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“Tuba mirum”, concerto in memoria di Massimiliano Damerini a Genova

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Massimiliano Damerini pianista compositore genovese
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Genova. Giovedì 21 dicembre alle ore 20:45 nella settecentesca Chiesa della Consolazione, in via XX Settembre, La Nuova Fucina Musicale, associazione creata da Paolo de Jorio, Salvatore Padula e Gabriele Petouchoff, invita al concerto “Tuba mirum” per quartetto di tromboni e organo, in memoria del maestro Massimiliano Damerini, pianista e compositore genovese scomparso il 20 luglio. Gabriele Petouchoff presenterà “Pavana Lachrimae”, un brano che si rifà a “Flow my tears” di John Dowland, forse l’aria più celebre degli inizi del XVII secolo. La sua melodia dal successo internazionale spinse molti compositori dell’epoca a scriverne rielaborazioni strumentali o variazioni.

Il brano per quartetto di tromboni va ad unirsi a questa lunga tradizione riallacciandosi ad un filo rosso che attraversa i secoli. Il brano di Paolo de Jorio dal titolo “Melanchòlia” per trombone solista è una ricerca all’interno di un brano dal registro cantabile, nato quasi dal nulla e che poi diventa via via sempre più caratterizzato. Invece “Les eglis des aigles”, anch’esso per trombone solo, si rifà ad un brano poetico. Matteo Maria Camponero presenterà “Preludio e fuga in re minore per organo” e “Fantasia per l’incoronazione di un re” per quattro tromboni. Il primo è dedicato allo scontro apocalittico fra Michele Arcangelo e Satana e ha come simbolo quello del discernimento fra Bene e Male, il secondo rimanda ad un’epoca di cavalieri e fortezze inespugnabili che solo il promesso re potrà conquistare.

Michele Savino nel brano per organo “Lo sguardo di un uomo mite” recupera la figura di Giuseppe, padre adottivo di Gesù, l'”uomo mite” tramandato dalle Scritture come silenzioso, operoso e riflessivo e del quale per le sue straordinarie virtù si parla molto poco. Il brano racconta i pensieri che possono aver attraversato la sua mente e tenta di ipotizzare struggimenti, dubbi, inquietudini e al contempo il coraggio dell’uomo Giuseppe, la risolutezza nel compiere il disegno che lo attende. I “Tromboni di Hauer” di Salvatore Padula sono frutto di una necessità storico musicale dell’autore di riportare alla luce certe verità e sfatare il pensiero musicale assai diffuso che la dodecafonia sia frutto di Arnold Schönberg. Il suo è un tentativo mendelssohniano di recuperare e salvare il nome di Josef Matthias Hauer, che precedette di due anni la prima composizione dodecafonica “Schönberghiana” con un trattato sulle tecniche compositive, avvalendosi dei 12 toni, frutto di anni di studi ed enunciati musicali.

Con Marco Molteni si ritornerà all’organo. Si tratta di sei brevi brani commissionati dalla Fondazione Culturale San Fedele di Milano come “commento” musicale alle letture di ognuna delle sei messe domenicali dell’Avvento ambrosiano 2013. L’autore ha deciso di adottare come elemento unificatore la “Canzone di ringraziamento offerta alla divinità da un guarito, in modo lidio” (“Heiliger Dankgesang eines Genesenen an die Gottheit, in der lydischen Tonart”), tratta dal terzo movimento del “Quartetto per archi op. 132” di Ludwig van Beethoven. Francesco Raspaolo con “Candidi fiori del fiume Eufrate” rileggerà il celebre preludio del “Nabucodonosor”, che trova un posto molto importante nella letteratura trombonistica. Una serie di variazioni i cui temi e le armonie secondarie sono presentate in tutte e cinque le variazioni e generate da un mezzo quadrato dodecafonico, utilizzando come tema le prime sei note assolute del tema del preludio.

Ad eseguire i brani sarà il quartetto di tromboni BPMS, composto da Lorenzo Bonora, Davide Pedrazzi, Lorenzo Martini e Andrea Santini, mentre all’organo ci sarà Alessandro Mannucci. Prima dell’inizio dello spettacolo il maestro Eliano Calamaro, Ambasciatore di Genova nel Mondo, ricorderà la figura di Damerini.

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