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Giorgina Pi e Bluemotion reinterpretano “Pilade” di Pier Paolo Pasolini a Genova

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Genova. Una “tragedia del dopo” in un mondo in cui non c’è più differenza tra vittoria e sconfitta. Dopo aver felicemente declinato il mito nella contemporaneità con “Tiresias” e “Lemnos” la regista Giorgina Pi e la compagnia Bluemotion presentano “Pilade” di Pier Paolo Pasolini dal 5 al 7 aprile al Teatro Ivo Chiesa. Coprodotto da Teatro Nazionale con ERT Emilia Romagna Teatro, lo spettacolo è interpretato da un cast trascinante ed eterogeneo. Scene e video sono della stessa Pi, l’ambiente sonoro è realizzato dal Collettivo Angelo Mai.

Pasolini scrisse “Pilade” nel 1967 come una sorta di sequel dell’”Orestea” di Eschilo e dopo aver completato la traduzione delle tre tragedie dedicate alle gesta degli Atridi affidatagli da Vittorio Gassmann. Assolto dall’accusa di matricidio dal tribunale dell’Aeropago, Oreste rientra nella città di Argo e impone un regime ispirato al culto della dea della ragione Atena. Ciò provoca lo scontro con la sorella Elettra e soprattutto con l’amico Pilade, il personaggio in cui l’autore si rispecchia e che finirà sotto processo per le sue idee.

Pier Paolo Pasolini ambienta la vicenda nel Dopoguerra italiano creando una tragedia dolorosa sull’incapacità della democrazia di applicare giustizia ed etica nel sistema capitalistico. Giorgina Pi e Bluemotion, insieme al drammaturgo Massimo Fusillo, la trasportano agli albori del nuovo millennio, cesura storica in cui la caduta delle Twin Towers, i movimenti no global e il G8 di Genova segneranno per sempre un’intera generazione.

“La scena è un parcheggio abbandonato in cui i personaggi si ritrovano dopo un rave, le Eumenidi sono transessuali, Atena esce da una roulotte camerino del cinema, i contadini della tragedia sono lavoratori immigrati sfruttati, gli eroi non sono più capaci di agire perché tra vittoria e sconfitta non c’è più differenza – spiega la regista – Come tradurre il senso di fallimento che permea questo testo? Cos’è per noi la fine di un’era? Lavorare su Pasolini oggi significa confrontarsi direttamente con un dopo Pasolini e richiede un combattimento con il poeta stesso e la fine del Novecento”. “Pilade” si tiene venerdì alle ore 20:30, sabato alle 19:30, domenica alle 16.

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