Il caso

Lo staff di Toti paragonato alle “olgettine”: bufera sul meme condiviso nella chat leghista

Le due giornaliste già al centro della polemica sollevata da Sansa sui costi a Dubai: "Immagine sessista, denunciamo". La Lega prende le distanze e condanna il gesto

Francesca Licata e Jessica Nicolini

Albenga/Alassio. Nuovo capitolo della polemica – con annessa indagine della Corte dei Conti – legata ai costi della trasferta di Regione Liguria a Dubai. Stavolta a fare scalpore è un meme basato su un selfie, che ritrae due ragazze. Una mostra il cartello “no foto”, l’altra ha il dito indice alla bocca. Come per dire “non ditelo in giro che ci stiamo fotografando”. Un selfie come migliaia di altri, di quelli che nascono dalla complicità di due amiche. Solo che le due ragazze in foto si chiamano Francesca Licata e Jessica Nicolini, appartengono allo staff di Giovanni Toti e l’immagine è circolata su una chat WhatsApp di tesserati della Lega (anche se il Carroccio prende ufficialmente le distanze).

Dopo un post di Ferruccio Sansa che conteneva nomi e cognomi dei partecipanti alla missione, incluso lo staff (e per il quale la portavoce Nicolini – a destra nella foto – ha presentato un esposto all’Ordine dei giornalisti), i loro nomi sono diventati “noti al grande pubblico”. Così qualcuno ha spulciato i loro profili Facebook, ha preso la foto e l’ha trasformata in un meme. La battuta allegata: “L’ufficio stampa di Toti, Silvio scansate”. Come a dire che le ragazze dello staff di Toti sono più carine di quelle frequentate da Berlusconi. Ma quella che per l’autore probabilmente voleva essere una goliardata diventa un caso: perché l’allusione sessista – chissà se voluta o meno – scatta inevitabile.

Nelle ultime ore sono emerse due varianti dell’immagine, estremamente simili tra loro. L’origine è molto probabilmente savonese, per la precisione ingauna: una infatti è stata postata sul gruppo Facebook “Alassiowood”, che da sempre dà ampio spazio a meme goliardici o irriverenti, mentre l’altra – con minime variazioni – è comparsa all’interno del gruppo Whatsapp “tesserati 2021 Lega Albenga”.

A indispettire lo staff non è solo il contenuto in sé – quel “Silvio scansate” sembra suggerire un parallelo tra le ragazze della foto e le celebri “olgettine” di Berlusconi – ma anche il fatto che l’immagine sia circolata pure tra gli esponenti ingauni del Carroccio: impossibile ovviamente sapere perché e quali siano state le reazioni al meme, ma dalla Regione sembrano essere convinti che tra i partecipanti alla chat non si siano levate esattamente voci di condanna (per usare un eufemismo).

La Lega prende le distanze da frasi e contenuti su un meme pubblicato su una chat Whatsapp non autorizzata e di cui non era a conoscenza – si legge intanto in una nota firmata dal capogruppo in Regione Stefano Mai -. Dopo opportune verifiche è stato appurato che è composta in larga parte da ex iscritti al partito che non hanno rinnovato la tessera nel 2022. Per la Lega si tratta di un gesto vile e sessista, da condannare senza se e senza ma nei modi e nei contenuti. Al tempo stesso la Lega e tutti i suoi componenti manifestano la massima solidarietà allo staff del governatore Toti e alle persone coinvolte”.

Non è un caso, oltretutto, che la genesi del meme sia ingauna: tra Albenga e la Regione ormai è guerra aperta da tempo per via della mancata riapertura del pronto soccorso. Ma finora lo scontro legato all’ospedale era rimasto sul piano politico: al centro di critiche, attacchi, vignette e meme c’era sempre stata una figura politica, solitamente Giovanni Toti. Ora invece nel ring finisce anche il suo staff, e non con una contestazione del loro operato bensì con una allusione al loro essere donne.

Il tema, peraltro, era già emerso nell’esposto presentato da Nicolini qualche giorno fa. Secondo lei il post di Sansa aveva “un piglio evidentemente discriminatorio e misogino” nei confronti dello staff di Toti, interamente femminile. Per la “gogna mediatica” (suggerendo che fossero andate in vacanza a spese dei contribuenti) ma anche perché, sosteneva, il post sviliva la professionalità di “donne laureate, con master di II livello, lingue, abilitazioni agli ordini professionali” con descrizioni generiche tipo “quella dei social” (Francesca Licata, a sinistra nella foto).

Un concetto ribadito oggi – in seguito al meme – proprio con un post: “Se parli di professioniste della comunicazione e di giornaliste come di inutili ‘soubrette’ che fanno a scrocco ‘gite di piacere’, con appellativi come ‘quella’ e ‘signorina’ invece di ‘dottoresse’ quali siamo, questo è l’osceno risultato. Vado avanti in questa battaglia di cui avrei fatto volentieri a meno, ma qualcuno mi ha insegnato che ‘ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne’. Questa vignetta è sessista e non ci fa ridere”. E annuncia l’intenzione di denunciare l’admin di Alassiowood.

È solo un meme, certo, e peraltro dall’eco limitata: una chat privata (per quanto composta di politici della stessa area politica della Regione) e un gruppo social iperlocale (dove, nonostante i 3500 iscritti, il post ha ricevuto un solo commento). Ma è comunque destinato a esacerbare ulteriormente i rapporti tra l’entourage di Toti e altre due fazioni: il team di Sansa (di fatto accusato di aver scatenato le allusioni sessiste con il suo post) e gli albenganesi. Lega inclusa.

Sulla vicenda interviene anche la commissione pari opportunità della Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti: “Siamo alle solite: dopo il caso politico, con interrogazione del consigliere regionale Ferruccio Sansa sulle spese delle delegazione della Regione Liguria a Expo Dubai, l’attacco che segue, sotto forma di meme, alle due colleghe ritratte nella foto, la capo ufficio stampa e la media social manager, assume contorni sessisti. «Nelle parole a commento della foto  c’è una allusione, esplicita, ad alcune vicende che avevano riguardato l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. La Cpo Fnsi segnala e condanna questo linguaggio, anche per immagini, che vuole colpire due colleghe in quanto donne, mettendo così in discussione la loro professionalità”.

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