Genova. “Come atleta professionista di calcio penso sia fondamentale contribuire a sensibilizzare il pubblico su questa tematica. In un mondo ideale nessuno dovrebbe sentirsi a disagio nel dichiararsi omosessuale. Esserlo non definisce una persona, ma determina solo chi ti attrae. Facciamo tutti parte della razza umana e abbiamo una passione in comune.”
Sono le parole di Albin Ekdal, centrocampista della Sampdoria, registrate in un video messaggio inoltrato al Parlamento europeo: nell’occasione, dibattito a tema “Sport e Omofobia”. Una presa di posizione dunque, che fa breccia nell’ipocrisia e potrebbe sollecitare altri colleghi a esporsi.
Nessuno è certamente tenuto a esternare la propria intimità. Sarebbe tuttavia un bel segnale di apertura. Questo per lo meno si augura Ekdal.
Il mondo dello sport, in particolare quello del calcio, resta infatti retrogrado e conservatore. Al di là delle varie iniziative e dichiarazioni di circostanza, sono solo otto i calciatori ‘famosi’ aver fatto il “coming out”, il passo avanti.
Si ricorda, tra questi, l’ex laziale Thomas Hitzlsperger, nazionale tedesco, che lo rivelò in una intervista poco dopo essersi ritirato.
Storia più infausta, invece, quella dell’anglo camerunense Justin Jashanu, suicidatosi nel 1998. Fu il primo calciatore a uscire allo scoperto.