Genova. Restano in carcere Vincenzo e Luigi Mamone, i due imprenditori liguri arrestati tre settimane fa nell’ambito dell’inchiesta su un giro di escort in cambio di appalti per la gestione dei rifiuti. Lo hanno deciso i giudici del tribunale del Riesame.
I giudici hanno respinto le richieste di attenuazione della misura come già accaduto per tre degli altri quattro imprenditori coinvolti nell’inchiesta (Gino Mamone, Stefano e Daniele Raschellà) perché continuerebbero a sussistere le esigenze cautelari che giustificano il carcere.
Solo a Claudio Deiana, unico fra gli imprenditori arrestati a cui non è contestata l’associazione a delinquere, il riesame aveva concesso gli arresti domiciliari. Il funzionario di Amiu Corrado Grondona, che secondo l’accusa si sarebbe fatto corrompere assegnando gli appalti in cambio di cene, escort e altri favori, è stato l’unico a non presentare analoga richiesta al tribunale del Riesame.