Pasqua al tempo della crisi: l’obiettivo è il risparmio, tra pranzo casalingo e vacanze “a casa di amici”

La crisi morde e cosi’ gli italiani tornano alla tradizione facendo a casa il pranzo di Pasqua. Quattro su cinque, infatti, festeggeranno il 31 marzo tra le mura domestiche, con una spesa complessiva per gli alimentari che non superera’ 1,2 miliardi di euro, secondo le stime della Cia-Confederazione italiana agricoltori. Il menu’ casalingo costera’ intorno ai 20 euro a persona, con una spesa familiare che si aggirera’ sugli 80 euro, spiega la Cia, sottolineando che i protagonisti saranno come sempre i piatti della tradizione, a partire dal classico agnello. Arrostito, ‘brodettato’, al sugo o in bianco, con le patate o con ‘cacio e ova’, l’agnello rimane in ogni caso un ‘must’ della tavola pasquale. Solo domenica se ne consumeranno piu’ di 245 mila tonnellate, bruciando in poche ore il 50 per cento del consumo totale annuo di carne ovina. Mentre a trionfare sulle tavole di vegetariani e vegani, che spenderanno complessivamente oltre 300 milioni di euro per il pranzo, saranno lo strudel di verdure e i carciofi ripieni, ormai diventati il simbolo della Pasqua per chi non mangia carne. In questo caso, sottolinea la Cia, il calo dei consumi e’ contenuto dalla sempre maggiore diffusione di queste tendenze alimentari, che oggi conta 5,9 milioni di persone. Uova di cioccolata e colombe, in calo del 10 per cento secondo le stime della Cia, saranno molto spesso rimpiazzate dai dolci di una volta, fatti a mano per l’occasione dal 65 per cento degli italiani, con un risparmio fino al 40 per cento sul prodotto industriale.

E sempre per colpa della crisi sono sempre di più gli italiani restano a casa per le festività pasquali. Piu’ dell’anno scorso. Secondo un’indagine di Federalberghi soltanto 8,2 milioni di connazionali (rispetto ai 9,5 milioni del 2012) dormiranno almeno una notte fuori casa per Pasqua, facendo segnare un -14,1%, con un parallelo decremento del giro d’affari del 17%. Secondo l’indagine previsionale (effettuata dal 18 al 25 marzo su un campione rappresentativo di italiani), dunque, quasi 52 milioni di connazionali resteranno a casa rispetto ai 51 milioni dell’anno scorso.

Tra coloro che si concederanno una vacanza quasi l’88% restera’ in Italia (rispetto al 90% del 2012), mentre il 12% (10% nel 2012) andra’ all’estero. Per chi si muovera’ entro i confini nazionali sara’ il mare la meta privilegiata (34% delle preferenze, rispetto al 37% del 2012), seguita dalle localita’ d’arte che toccheranno il 25,5% (21% nel 2012). In leggero calo la montagna (23% rispetto al 24% del 2012), mentre il 5,5% dei vacanzieri optera’ per i laghi (rispetto al 7% del 2012) e un 3,5% per localita’ termali e del benessere (rispetto al 2,3% del 2012). Tra chi sceglie l’estero, spiccano le Capitali europee con il 53,4% dei consensi (rispetto al 65% del 2012), seguite dalle localita’ di mare con il 20% (rispetto al 21% del 2012). La casa di parenti o amici (28,1% rispetto al 26,1% del 2012) sara’ la struttura ricettiva maggiormente preferita dai vacanzieri, seguita dall’albergo (27,6% delle preferenze rispetto al 28,4% del 2012) e dalla casa di proprieta’ (15,6%, 19% nel 2012). Un incremento significativo ci sara’ nei B&B col 6,1% (rispetto al 2% del 2012) mentre un calo si registrera’ per gli agriturismo con il 3,7% rispetto al 4,7% del 2012.

Quanto alla spesa per le vacanze, quella media pro-capite (trasporti, cibo, alloggio e divertimenti compresi) quest’anno si attestera’ sui 317 Euro rispetto ai 329 del 2012 generando un giro d’affari di 2,59 miliardi di Euro (rispetto ai 3,13 miliardi di Euro del 2012. Nel dettaglio chi restera’ in Italia spendera’ in media 272 Euro (288 Euro nel 2012), mentre chi andra’ oltreconfine spendera’ una media di 631 Euro a persona (682 Euro del 2012). La durata media della vacanza, infine, si attestera’ sulle 3,2 notti rispetto alle 3,5 notti del 2012. I motivi della ”non vacanza” vanno innanzitutto imputati alla crisi: ill 45,2% degli italiani che non faranno neppure un giorno di vacanza a Pasqua (oltre 23 milioni di italiani), ha, infatti, dichiarato di non potersi permettere una vacanza per ”mancanza di soldi”.

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