Genova. Dopo il successo registrato all’Auditorium Parco della Musica di Roma, dal 7 luglio al 18 settembre nel sottoporticato di Palazzo Ducale è visitabile la mostra “Vittorio Gassman. Il Centenario”, esposizione curata da Alessandro Nicosia, Diletta D’Andrea Gassman e Alessandro Gassmann e che rende omaggio ad un protagonista dello spettacolo e della cultura profondamente radicato nell’immaginario collettivo e uno dei personaggi italiani più amati dal pubblico.
Campione di talento, versatilità e carisma, Gassman è stato attore, regista, scrittore, innovatore dotato di una cultura smisurata, eccellente tanto sul versante drammatico quanto nella commedia. La sua è stata una carriera eclettica e in grado di spaziare tra cinema, teatro, televisione, poesia, rendendo possibile il miracolo di cui sono capaci solo i grandi: coniugare la cultura alta con lo spettacolo popolare. Attraverso materiali privati inediti, testimonianze professionali, immagini, audio e video di prima mano, curiosità e oggetti personali l’allestimento ripercorre l’intera parabola umana e artistica del “mattatore”, che per tutta la vita inseguì l’eccellenza in tutti i campi, compreso lo sport.
Gassman era nato a Struppa e a Genova è stato protagonista di spettacoli memorabili, come quello in occasione delle Colombiadi nel 1992 “Ulisse e la balena bianca”, le cui scene furono curate da un altro illustre genovese, Renzo Piano. Non poteva mancare quindi una sezione dedicata allo speciale rapporto con la Superba. Oltre alle testimonianze e ai materiali d’archivio di quello straordinario spettacolo, messe a disposizione dal maestro, il Teatro Nazionale ha fornito preziosi oggetti di scena, fotografie e documenti.
Il racconto non trascura i dettagli di una carriera straordinaria, la famiglia, le donne, i figli, i premi, i trionfi, le criticità mai nascoste ma vissute dall’attore come tappe, sia pure dolorose, del proprio percorso. Il pubblico, che ha amato tanto il protagonista de “I soliti ignoti” quanto l’impareggiabile interprete di Shakespeare, incontrerà il “mattatore” negli anni gloriosi dell’Accademia d’Arte Drammatica, ripercorrerà i suoi inizi nei teatri milanesi, il lavoro nella compagnia di Luchino Visconti e il successo ottenuto nel cinema quando, insieme ad Alberto Sordi, a Nino Manfredi e ad Ugo Tognazzi tra gli anni Sessanta e Ottanta sarebbe stato uno degli attori più popolari e amati, un “colonnello della risata”, capace di assicurare i massimi incassi nell’epoca d’oro in cui la commedia teneva in piedi l’industria.
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