Genova. Dal 27 gennaio al 12 marzo il museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti ospita la mostra “Dante Conte (1885-1919). Tutto in natura è armonia… Un artista originale nella Sampierdarena tra Ottocento e Novecento”, curata da Matteo Fochessati in collaborazione con Anna Vyazemtseva e che ripercorre l’attività dell’artista nato a Sampierdarena e ivi morto appena trentatreenne il 4 gennaio 1919 a causa dell’epidemia di “spagnola”.
Allievo all’Accademia Ligustica di Tullio Salvatore Quinzio (1858-1918), fu da lui che derivò il suo robusto realismo e la sua predilezione per la figura e il ritratto, come si deve ai suoi soggiorni parigino e londinese l’incontro con la pittura impressionista e postimpressionista, che, reinterpretata in maniera decisamente originale, influenzò i suoi quadri di paesaggio. Pur restando complessivamente estraneo al clima delle avanguardie storiche e continuando a considerare l’Impressionismo la sola via della modernità, portò avanti una ricerca personalissima che, pur partendo dall’arte ottocentesca, si sviluppò in direzione di una potente tensione espressiva, influenzata da quel clima di idee socialiste che nel contesto sampierdarenese trovarono in Pietro Chiesa un autorevole divulgatore.
Nei suoi ritratti ad olio le figure emergono dagli sfondi scuri grazie ad una robusta modellazione dell’impasto in cui il colore si fa greve, contribuendo a mettere a nudo la psicologia dei personaggi. Nei suoi paesaggi, i cui soggetti sono quasi sempre luoghi che il pittore conosceva bene e amava, domina spesso invece una sorta di lirico abbandono: in essi è la luce che trasfigura i singoli elementi, raggrumando un colore ricco, denso e materico. È come se, prendendo le mosse dalla poetica della “scuola dei grigi”, Conte arrivasse a superare l’Impressionismo per approdare in alcuni casi a esiti che, nonostante la sua vicenda appartata e in fondo provinciale, possono essere considerati in linea con alcune tendenze del postImpressionismo europeo.
Avvalendosi di prestiti provenienti da collezioni private genovesi, l’esposizione è arricchita da una serie di significative opere in prestito da raccolte pubbliche, inclusa la Wolfsoniana, a cui si deve l’organizzazione e la curatela dell’allestimento. La mostra è aperta al pubblico dal martedì al sabato dalle ore 14:30 alle 18:30. L’inaugurazione è in programma giovedì 26 gennaio alle ore 17:30.