Cultura
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11
Novembre
2022

Tedua al cinema: a Genova la proiezione de “L’ombra di Caravaggio” con il rapper cogoletese

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Genova. Tedua dalla musica al cinema: il rapper nato a Cogoleto interpreta infatti Cecco nel film “L’ombra di Caravaggio” di Michele Placido. Venerdì 11 novembre alle ore 20:30 al Cinema America, in via Colombo 11, se ne terrà la proiezione, preceduta dagli interventi dello storico dell’arte Giacomo Montanari e dello stesso Tedua, alias Mario Molinari, che parlerà della sua esperienza sul set. L’incontro sarà moderato da Claudio Cabona, giornalista e autore del film “La nuova scuola genovese”.

I protagonisti sono Riccardo Scamarcio nel ruolo di Michelangelo Merisi, vero nome di Caravaggio, Louis Garrel in quello di un investigatore sua ombra, e Isabelle Huppert nei panni di Costanza Colonna, nobildonna che ha protetto il pittore fino agli ultimi giorni della sua vita tormentata. In fuga da Roma, Caravaggio trascorse a Genova tre intense settimane nel 1605. Il genio della luce fuggiva da Roma dopo aver ferito il notaio Mariano Pasqualone in piazza Navona e Genova, all’epoca potenza mondiale, gli irradiò attorno una rete di ispirazioni, committenze, ammiratori collezionisti e naturalmente artisti che ne colsero lo spirito. A Palazzo Bianco è conservato l’”Ecce homo” a lui attribuito.

Prodotto da Goldenart Production con Rai Cinema e distribuito da 01, “L’ombra di Caravaggio” è un racconto cinematografico che restituisce l’autenticità dell’artista con i suoi vizi e le sue virtù, vissuti nella profonda e viscerale umanità, e allo stesso tempo la verità della sua epoca, con i suoi odori e sapori, lontano da ogni patina scolastica o accademica. È la storia rivoluzionaria di un pittore terribilmente scomodo che in una Roma piena di spie filofrancesi o filospagnole raccoglieva per strada i suoi compagni di viaggio (ladri, prostitute, vagabondi) per farne soggetti e modelli dei suoi quadri, trasfigurati in santi, madonne e icone immortali.

La visione del regista mette così a fuoco l’impenetrabile oscurità di un genio capace di illuminare il mondo con la sua arte e un individuo in lacerante conflitto con se stesso. Un racconto in linea con l’urgenza di verità del pittore, il quale durante un processo aveva apertamente e pubblicamente dichiarato: “Io cerco il vero”. Cecco, realmente esistito, era assistente e amico di Caravaggio, l’unico del quale poteva fidarsi, l’unico sul quale ha sempre potuto contare.

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