Genova. Giovedì 7 novembre alle ore 18 nel salone al piano nobile del Centro Civico Cornigliano, in via Narisano 14, la conferenza “Ruth Saint Denis, la danza da Oriente a Occidente” di Febea Fiorentino e Fabiola Pau darà inizio al ciclo “6 Personaggi del ‘900 tutti da danzare” promosso dall’Associazione Archeosofica e dalla Pro Loco Cornigliano per indagare la danza vista e creata da impareggiabili artiste e creative. Fondatrice insieme a Ted Shawn della Denishawn, la prima vera istituzione americana di danza, Ruth Saint Denis intuì l’importanza della contaminazione nella danza introducendo nel suo programma corsi di meditazione yoga, danza orientale, balletto classico, ballo moderno e popolare, letture guidate di testi filosofici e religiosi.
Il fascino per la tradizione orientale fu condensato nella sua prima opera coreografica, una trilogia dedicata al rito dell’incensazione, una danza folkloristica sugli incantatori di serpenti e la danza della dea Radha, dedicata al delirio dei cinque sensi. Tuttavia dal suo viaggio in Oriente tornò in America delusa: l’India che trovò era discordante con quell’idea che si era fatta attraverso gli studi. Questa delusione contribuì comunque ad accrescere in lei la certezza dell’esistenza di una religione universale del Bello, una tradizione che accomuna tutti i popoli al di là delle differenze culturali. Con questa nuova e inaspettata consapevolezza si fece strada in lei una nuova prospettiva: quella di una danza sacra, non più esotica, non più avvolta da simboli oscuri e misteriosi ma fondata su valori di base della sua cultura mistica cristiana.
Durante tutta la sua vita cercò di creare in Occidente un tempio in cui le arti fossero impiegate come strumento di preghiera e adorazione. “La danza del futuro non riguarderà più le insignificanti destrezze del corpo – scrisse nel suo libro inedito “The divine dance” del 1933 – Ricordando che [noi siamo] davvero il microcosmo, l’universo in miniatura, la Danza Divina del futuro dovrebbe essere in grado di trasmettere con i suoi più piccoli gesti qualche significato dell’universo… Man mano che ci eleviamo più in alto nella comprensione di noi stessi, le dissonanze nazionali e razziali saranno dimenticate nei ritmi universali della Verità e dell’Amore. Sentiremo la nostra unità con tutti i popoli che si muovono a quel ritmo esaltato”.
La danza attraverso il corpo mostra una routine di passi e una narrazione ma porta anche con sé frammenti di vita dei suoi danzatori. Infatti per quanto questa arte possa essere astratta non può separare nettamente il danzatore dalla danza. Per tale ragione è di grande rilevanza la responsabilità sociale dell’artista che danza temi universali come amore, gioia, dolore, passione, aspirazioni. Ogni performance lascia intravedere l’esistenza reale e concreta del suo interprete. Il corpo che danza è simile ad una macchina: tende alla purezza e alla perfezione di ogni singolo movimento ma dona vita al corpo. Ecco perché può essere interessante avvicinare alcuni personaggi della modern dance del ‘900, partendo dalle loro biografie, apprezzando il loro contributo stilistico e coreutico che hanno apportato all’universo della danza.
