Un artista anticonformista, ironico e critico, che descrive l’umanità e soprattutto la disumanità dei suoi protagonisti. Da giovedì 9 maggio a domenica 19 maggio, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, presso Spazio 46 è visitabile la mostra personale di Geppo Monzio Compagnoni a cura di Daniele Grosso Ferrando e organizzata da EventidAmare. Le opere di Geppo Monzio Compagnoni raccontano storie autobiografiche e drammi sociali, con l’artista che proietta le proprie visioni in opere che diventano esemplari di una condizione universale.
Racconto storie con la pittura come si raccontano con le canzoni e come hanno fatto (e fanno) Fabrizio De André, Leo Ferré, Francesco Guccini, Ivano Fossati o Franco Battiato. Oppure, racconto di questo sistema globale che, sotto una crosta di miele, nasconde brandelli di lebbra.
I suoi quadri sono racconti di vite e sofferenze, dai neri d’America ai deportati di Auschwitz, dai nuovi migranti ai disastri ecologici, ma narrano anche il riscatto sociale grazie alla musica e alla solidarietà, che sono gli unici antidoti al degrado del mondo contemporaneo. “Geppo è tanti pittori in uno: la sua ricerca – spiega Daniele Grosso Ferrando – si muove in molte direzioni e mescola elementi che vanno dal realismo alla metafisica al surrealismo, interpretati sempre con un timbro originale che fanno di Geppo un artista singolare e fuori dal coro”.
“Nel suo coerente percorso artistico – aggiunge Pietro Bellantone, presidente dell’Associazione Culturale EventidAmare – che lo ha portato da Amsterdam a New York, da Parigi a Genova, con sguardo disincantato, Geppo Monzio Compagnoni descrive il mondo che lo circonda senza ergersi mai a giudice e lo rappresenta in immagini di grande potenza emozionale. Geppo è un uomo semplice, sincero ed i suoi lavori riflettono il modo con il quale conduce la sua esistenza”.