Genova. Dal 21 al 23 febbraio al Teatro Ivo Chiesa è in scena “La grande magia”, commedia nera di Eduardo De Filippo che intreccia realtà e finzione, potenza delle illusioni come rifugio e amarezza delle disillusioni. Il protagonista Calogero Di Spelta è un uomo smarrito in un mondo che sembra altrettanto confuso. Il suo desiderio è controllare la propria donna a tutti i costi, al punto di credere che sia rinchiusa in una scatoletta, luogo chiuso interpretato da Di Spelta come sicuro, una seconda prigione come soluzione per la sua relazione, per sconfiggere le proprie paure e incertezze e le ossessioni che permeano la società moderna.
Calogero Di Spelta è un marito tradito: con la sua mania per il controllo e la sua incapacità di amare e fidarsi diventa uno specchio delle sfide e delle difficoltà dell’uomo contemporaneo. Di fronte a lui Otto Marvuglia, mago e ciarlatano, un manipolatore, personaggio meno “dolce” di quanto non lo sia stato in scena, ammorbidito dall’interpretazione dallo stesso Eduardo.
“La grande magia” è un capolavoro di De Filippo, scritto nel 1948, tra i meno rappresentati e che rientra tra le opere della sua maturità: fa parte infatti delle cosiddette “Cantate dei giorni dispari”. Debuttò nel ’49 al Teatro Mercadante di Napoli e fu ripresa solo per poche repliche. Restò in uno dei cassetti di Eduardo fino a un’edizione televisiva del ’64 con lo stesso autore, protagonista insieme a Giancarlo Sbragia e un giovane Lando Buzzanca.
La regia è di Gabriele Russo, il quale riprenderà il testo a quarant’anni dalla scomparsa del grande autore napoletano evidenziandone “i toni sospesi e squilibrati come il tempo in cui viviamo – annota lui stesso – Il testo è certamente un classico e come tale andrebbe affrontato con attenzione e cura senza farsi ingabbiare dalle trappole della memoria visiva e uditiva che il teatro di Eduardo porta con sé”.
“Non cancellare la tradizione ma usarla come trampolino. D’altra parte fu proprio Eduardo ad usare la metafora della tradizione come trampolino in una delle sue conferenze rivolte ai giovani – aggiunge – Questa metafora diventa oggetto concreto della scena, il trampolino sarà non solo un elemento fisico ma anche un simbolo potente. Rappresenterà il luogo delle visioni e delle sparizioni, uno spazio sospeso in cui reale e fantastico si intrecciano e le paure si realizzano o svaniscono nel nulla”. “La grande magia” si tiene venerdì alle ore 20:30, sabato alle 19:30 e domenica alle 16.
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