Chiavari. Nell’ambito del Dionisio Festival, rassegna teatrale organizzata dall’Assessorato comunale alla Cultura con la direzione artistica di Davide Paganini, venerdì 16 luglio alle ore 21 in piazza Nostra Signora dell’Orto andrà in scena lo spettacolo “Perché leggere i classici. Da Calvino a Umberto Eco” con Francesco Montanari. Un viaggio attraverso parole, immagini e ricordi grazie alle voci dell’attore e di Gianmarco Saurino per dimostrare che la cultura non è mai antica o fuori moda, perché portatrice di un messaggio universale.
“Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire”. Queste le parole più famose dell’opera “Perché leggere i classici” di Italo Calvino, pubblicata postuma da Mondadori nel 1991 ed oggi riproposta per la sua forza comunicativa e il messaggio incredibilmente attuale. Con leggerezza, eleganza e intensità Calvino si confronta con i classici che hanno segnato la sua gioventù, analizzando criticamente l’influenza che essi provocano nella memoria, tra allegorie e metafore, per definire classico qualcosa che riesce sempre a liberarsi delle definizioni e della critica ma che comunque non lascia mai indifferenti. Un’accalorata difesa, emozionante, mai scontata e che diventa anche provocazione quando affronta il ruolo della scuola e delle istituzioni, mostrando un’attualità sorprendente e grande lungimiranza.
Montanari fa sue le parole di Calvino e il pathos narrativo in uno spettacolo che affida alla parola la forza comunicativa ma che vuol permeare nel ricordo di un uomo e un’epoca ancora vivi, come vivi sono i grandi classici. “Quando ho deciso di avvicinarmi a Italo Calvino mi è sembrato naturale scegliere l’opera che per temi, lucidità espositiva e spessore trovo più esemplificativa del lavoro dell’autore come saggista e intellettuale – spiega l’attore – ‘Perché leggere i classici’ è un viaggio che non si ferma nell’indagine psicologica ma che con veemenza provoca ed entra nelle scuole, nelle università, nei centri culturali per analizzare criticamente la situazione nazionale”.
“Ho cercato di approcciare alla forza di Calvino con la leggerezza che lo stesso autore predica nelle ‘Lezioni americane’ per riscoprire in quest’incontro l’anima dell’opera che, come tutti i classici, ancora oggi è per noi attuale e ‘non finisce di dire quello che ha da dire’ – aggiunge – Centrale è sicuramente la parola, rarefatta, magica, in un clima di stupore ed emozione che è lo stesso delle prime letture dei classici. Lo spettatore non dovrà far altro che lasciarsi trasportare: nel viaggio della memoria di Calvino incontrerà ricordi e aspettative, riflessioni e provocazioni e, come di fronte alla lettura di un classico, potrà innamorarsi per sempre o indignarsi ma mai restare indifferente”.