Genova. Il 9 ottobre alle 17.45, nella sala del Minor Consiglio, Flavia Cellerino conclude il mini-ciclo di conferenze a cura del Centro Culturale Primo Levi in collaborazione con il Centro Culturale Italo-Austriaco “Opere rubate, vite spezzate”.
La ragione fondante di questa iniziativa, dal titolo “Quale Novecento?”, è avere voluto ripercorrere uno straordinario e drammatico secolo che ha messo in discussione le certezze dei secoli passati per aprirsi ad esigenze nuove che hanno esplorato ogni ambito del sapere senza condizionamenti culturali o familiari lasciandosi dietro le spalle anche la concezione etica e gerarchica della società ottocentesca.
La prima parte del progetto è stata dedicata all’Arte del Novecento. Un secolo che avvolge anche l’arte di nuovi significati fino a sconvolgerne i canoni da tempo consolidati e giudicati quasi immutabili, grazie a quelle avanguardie che hanno introdotto una idea soggettiva e assoluta di libertà espressa in linguaggi estremi e destabilizzanti. Ma è anche il secolo che, con l’irruzione delle masse nella storia, sorgono in Europa i totalitarismi, quei sistemi politici in cui i poteri sono concentrati in un partito unico e in un capo carismatico e dove lo Stato ha asservito l’arte alla sua ambizione di creare un uomo nuovo con l’impiego massiccio delle tecniche di comunicazione usate come strumenti di propaganda.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale inizia in Germania o in Austria la ricerca e il recupero, anche se parziale, delle opere rubate e grazie anche al lavoro di Rose Valland, una impiegata del Jeu de Pomme che durante l’occupazione nazista cataloga le opere lì giacenti segnando le date della loro spedizione in Germania. Le opere di volta in volta ritrovate sotto la sua guida sono concentrate a Monaco da dove vengono inviate ai Paesi di loro provenienza per essere riconsegnate ai legittimi proprietari anche se questo non sempre è successo. Questo il tema dell’ultimo appuntamento del 9 ottobre.
segnala il tuo evento gratuitamente +