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2022

“Nodi e intrecci”: i magnifici tappeti Sanguszko e le figure persiane in una visita guidata a Genova

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NODI E INTRECCI. Percorsi di approfondimento alle mostre “I magnifici tappeti Sanguszko e \"Figure Persiane. Rubens, i Genovesi e l\'Arte Safavide\".

Genova. Ogni sabato dal 10 dicembre al 21 gennaio dalle ore 16:30 si terrà “Nodi e intrecci”, visite guidate su prenotazione alle mostre “I magnifici tappeti Sanguszko” e “Figure persiane. Rubens, i Genovesi e l’Arte Safavide”, allestite nelle suggestive cornici dei Musei di Strada Nuova. Accompagnati dagli operatori dei Servizi Educativi di Solidarietà e Lavoro i partecipanti ammireranno gli straordinari tappeti persiani del XVI secolo presenti nella prima esposizione e contemporaneamente uno dei più importanti gruppi di tappeti safavidi, costituito dai “Sanguszko”.

Si tratta di una serie di splendide opere d’arte realizzate nel periodo safavide, alla metà del XVI secolo, con la tecnica dell’annodatura, impiegando filati molto pregiati. Questi meravigliosi tappeti sono caratterizzati da un’incredibile varietà di figurazioni di animali, angeli e musici che alludono alle bellezze terrene e ultraterrene. Dei quattordici Sanguszko ancora esistenti otto sono visibili al primo piano di Palazzo Rosso, gli altri sei sono presentati sotto forma di riproduzioni. Al secondo piano il pubblico potrà ammirare altri quindici meravigliosi tappeti, tra cui nove in originale e sei sotto forma di riproduzione, provenienti sia da Kerman sia da altri centri di produzione persiani, come Tabriz o Mashhad.

Nell’allestimento nelle sale della Tessilteca di Palazzo Bianco si osserverà invece lo stretto rapporto e l’influenza che altre espressioni artistiche contemporanee, come l’arte tessile e le arti del libro, hanno avuto sulla produzione di tappeti e l’interesse del grande Rubens per l’arte persiana, testimoniato da alcuni disegni e dai manufatti raffigurati nei suoi dipinti. Qui il pubblico potrà ammirare un’opera eccezionale: una miniatura persiana a soggetto biblico (“Susanna e i Vecchioni”), eseguita da un pittore persiano e ispirato proprio da un modello di Rubens, testimonianza di un dialogo interculturale che ha coinvolto profondamente anche gli artisti che lavoravano nell’ambito dell’impero Safavide.

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