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Mario Voria omaggia Pier Paolo Pasolini con la mostra “Vitalità disperata” a Genova

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Mario Voria - Vitalità disperata

In occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini e con il patrocinio della Regione Liguria e della Città Metropolitana di Genova dal 5 al 19 marzo nelle suggestive sale di Palazzo Stella è visitabile la mostra personale di Mario Voria “Vitalità disperata”, che rende omaggio ad una delle figure che ha segnato il Novecento con il suo pensiero e le sue opere.

Intellettuale controverso, regista provocatorio, scrittore e poeta di straordinaria sensibilità, giornalista acuto, Pasolini è stato in grado di attraversare tutte le arti e le forme d’espressione. L’esposizione riguarda il segno e la figura di Pasolini e segue passo passo alcune delle sue opere più significative. Nei documenti in mostra si possono riconoscere le parole dell’intellettuale che tanto scandalo ha destato.

Il percorso offerto è soprattutto la storia di un’anima in cammino, dagli abissi dell’esistenza fino alla contemplazione della bellezza e alla ricerca di una pace che, seppur priva di senso logico, trova profonde sintonie con tutti gli individui che hanno il destino di percorrere una vita, senza distinzione tra le forme umane, animali, vegetali, persino tra gli oggetti, testimoni silenziosi del nostro passaggio.

Il cammino ha due maestri che, come Virgilio con Dante, accompagnano il viaggio nella visione del dramma e della bellezza: uno è Pasolini stesso, profeta incantato nella materia, poco ascoltato e ancor meno capito, l’altro è Michelangelo Buonarroti. La distanza temporale che separa i due giganti è un’opinione perché tutto è contemporaneamente presente in noi.

Mario Voria ha posto in dialogo l’anima dei due grandi e dai disegni di Michelangelo ha fatto discendere una rilettura potente delle parole di Pasolini, completamente incarnate nella vita vera e quotidiana dello sguardo di Voria. I protagonisti degli scatti sono persone che condividono la vita dell’artista fotografo nella realtà, come a dire che ogni istante è sacro. Pasolini era inebriato della vita, tanto e assurdamente innamorato da non avere paura di oltrepassare la paura, pur di sentire il flusso vitale palpitare e accettarne sempre e comunque il mutamento.

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