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“Maria Callas Master Class” di Terrence McNally

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Mascia Musy interpreta Maria Callas

La vita, l’arte, l’ascesa, la Scala, gli uomini, il distacco dal mondo. Con una lezione speciale, la Divina torna in scena. Per alcuni sarà sempre Norma o Tosca o Violetta, per altri Medea con Pasolini, per altri ancora la donna triste, sfortunata in amore. Ma per tutti, in tutto il mondo, è la “divina”: Maria Callas, la voce assoluta, la leggenda, il mito. In Master Class, intenso ritratto del grande soprano greco a quarant’anni dalla morte, l’americano Terrence McNally ripercorre la vita, l’arte, l’ascesa e il distacco dal mondo della Callas.

Il drammaturgo rievoca le lezioni che la Callas tenne alla Juilliard School di New York, tra il 1971 e il 1972, dopo il ritiro dalle scene. La grande artista, tra memorie personali e momenti pubblici, ripercorre la propria storia, senza risparmiare frecciate e giudizi taglianti sul mondo della lirica, mentre usa come vittime sacrificali gli allievi che seguono le lezioni. La commedia ricorda l’ascesa alla Scala, le celebri interpretazioni e infine i tormentati rapporti con gli uomini: il paternalista Meneghini, di venti anni più grande, e il volgare e spietato Onassis. Nella Master Class, insomma, Maria Callas si confida come non mai.

Di quegli storici momenti esistono delle registrazioni e qualche immagine, e da quelle memorie è partito McNally per scrivere il testo che debuttò a New York nel 1995 con Zoe Caldwell. L’anno successivo, fu la grande Rossella Falk a tradurlo e interpretarlo, prima italiana a cimentarsi nel ruolo che sarà di attrici di calibro di Faye Dunaway, Fanny Ardant o Rita Moreno. Oggi Mascia Musy, interprete sensibile e potentissima, dà il proprio carattere e la propria raffinata dolcezza al personaggio.

Il testo, anche grazie alla direzione consapevole di Stefania Bonfadelli, già soprano di successo e per la prima volta regista in prosa, sfrondato da qualche cattiveria e da inutili morbosità, vibra al suo meglio. E la divina, finalmente, è di nuovo in scena.

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