Genova. Martedì 28 e 29 gennaio alle ore 20:30 e giovedì 30 gennaio alle 19:30 al Teatro Eleonora Duse, in via Nicolò Bacigalupo 6, è in scena Marco Martinelli con “Lettere a Bernini”, una coproduzione di Albe/Ravenna Teatro, Emilia-Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale. Lo spettacolo indaga il rapporto fra gli intellettuali e il potere in un’epoca segnata dalla propaganda, la complessità dell’animo umano contro ogni tentativo di semplificazione: uno sguardo su un passato che per certi versi somiglia al nostro presente.
Questi sono soltanto tre dei nodi affrontati in “Lettere a Bernini” del drammaturgo e regista Marco Martinelli, fondatore delle Albe insieme a Ermanna Montanari, con il quale condivide l’ideazione di questo spettacolo. L’opera si svolge interamente il 3 agosto 1667. Nel suo studio di scultore, pittore e architetto il vecchio Gian Lorenzo Bernini è interpretato dall’unico attore sul palco, Marco Cacciola, che recita in italiano e napoletano. La massima autorità artistica della Roma barocca è infuriata con Francesca Bresciani, intagliatrice di lapislazzuli, che ha lavorato per lui nella Fabbrica di San Pietro e ora lo accusa, di fronte ai cardinali, di non pagarle il giusto prezzo per il suo lavoro.
Da questa vicenda storicamente documentata prende avvio “Lettere a Bernini”: sono le lettere che Bresciani spediva ai potenti committenti di Bernini per denunciare il torto subito e rivendicare i propri diritti, rivelandosi figura di emancipazione femminile ante litteram. Nell’infuriarsi con la donna Bernini evoca l’ombra dell’odiato rivale Francesco Borromini. Proprio in Borromini risiede la genesi del lavoro di Martinelli, risalente ad una visita, compiuta insieme ad Ermanna Montanari, alla Chiesa San Carlo alle Quattro Fontane, edificata a Roma nel XVII secolo ad opera del genio ticinese.
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