Nell’estate del 1900 Giacomo Puccini assistette a Londra alla rappresentazione del dramma “Madama Butterfly” che David Belasco (volpe astuta del teatro americano) aveva tratto da una novella di John Luther Long. Non parlando inglese, non capì una parola, ma uscì da teatro ugualmente scosso: la tragica storia della giovane geisha giapponese che si uccide «con onore» dopo essersi consumata nell’attesa che ritorni da lei lo sbruffone tenente della marina americana Pinkerton, che l’ha sposata per gioco e le ha dato un figlio, non poteva essere più pucciniana. Cio-cio-san come Manon, Tosca, Liù, Mimì: donne che amano e che, amando senza riserve, muoiono.
In Madama Butterfly Puccini fece ricorso alla sua capacità stregonesca di trasformare in “pucciniano” tutto ciò su cui metteva le mani: le scale pentatoniche giapponesi, l’inno della marina americana, le armonie modali alludenti a un mondo musicale lontano, sfumato e arcaico, i richiami al Tristano. Eppure, nonostante l’emotività della vicenda e il fascino della partitura, la prima milanese (Teatro alla Scala, il 17 febbraio 1904) fu un fiasco, uno dei più memorabili della storia dell’opera insieme a quello della Traviata di Verdi. Ma aveva ragione Giovanni Pascoli quando, in una cartolina inviata a Puccini dopo la disastrosa recita scaligera, profetizzò: la «farfallina volerà».
Il Teatro Carlo Felice propone Madama Butterfly nell’allestimento del Teatro Astana Opera andato in scena nell’aprile 2016 con le scene di Ezio Frigerio, maestro della scenografia di fama mondiale, e i costumi del Premio Oscar Franca Squarciapino.
Regia: Lorenzo Amato
Scene: Ezio Frigerio
Costumi: Franca Squarciapino
Allestimento: Teatro Astana Opera
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice
Personaggi e interpreti principali
Cio-cio-san: Anna Pirozzi (14-16-19)
Suzuki: Raffaella Lupinacci (14-16-19)
F.B. Pinkerton: Stefan Pop (14-16-19)
Sharpless: Alfonso Antoniozzi (14-16-19)
Goro: Marcello Nardis (14-16-19)