Genova. Dal 29 gennaio al 12 febbraio a Palazzo Stella è visitabile “Distorsioni”, la mostra personale di Alberto Marubbi, curata da Flavia Motolese (inaugurazione alle ore 17). Come suggerisce il titolo, lo sguardo di Marubbi sul mondo è atipico, concettuale e in grado di rompere il classico schema del nostro modo di vedere. La sua opera artistica riflette sui concetti di percezione, rappresentazione e identità, costruendo immagini che questionano costantemente sulla struttura alla base della conoscenza.
L’artista si muove tra il riconoscimento e l’astrazione creando percorsi interpretativi inattesi. Manipolando fotografie di paesaggio precedentemente scattate, ottiene panorami sferici, proiezioni stereografiche. Il risultato di questo effetto è che il paesaggio tradizionale, diventato circolare, sembra un pianeta fluttuante nello spazio circostante. C’è una strana bellezza surreale in queste “Distorsioni”: l’alterazione della normale distanza dei punti dell’oggetto dall’asse ottico annulla il carattere referenziale e descrittivo delle cose e la sintetica calibratura di questa visione stereoscopica a 360° trasforma la fotografia in un catalizzatore gnoseologico.
La distorsione dello spazio genera uno straniamento che determina una percezione diversa, amplificata: l’immagine così condensata assume un carattere simbolico, rappresentando la ciclicità della vita e della morte in un eterno divenire e ricominciare, quasi come un samsara, il ciclo di vita, morte e rinascita. La configurazione sferica di queste opere simboleggia l’idea che la vita non finisce mai e tutto è interconnesso.
Marubbi sembra voler ricordare che il mondo quale lo si vede e in cui si vive altro non è che miraggio e illusione, perciò è sufficiente decontestualizzare paesaggi e oggetti che ne fanno parte perché diventino forme astratte e finzione, trasformando lo spazio fisico in quello psicologico. Modificando la realtà attraverso ricerche plastiche e spaziali è possibile cogliere le tensioni e il mistero dello spazio e del tempo, mostrando la relazione con l’infinito.
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