Genova. Dal 5 marzo al 9 aprile le suggestive sale di Palazzo Stella ospitano la mostra personale di Elsa Caselli “Rêverie II”, a cura di Flavia Motolese e in collaborazione con l’Alliance Française. L’artista francese si è contraddistinta fin dagli esordi della sua carriera per la capacità di cogliere d’istinto l’incanto del mondo e restituire le sue intuizioni con modalità che a loro volta generano universi inediti. Nella pittura vengono esternate le sensazioni e le percezioni visive dell’artista, a cui esplicitamente allude con colori o contrasti accentuati.
Sarà la consonanza dei luoghi o la vibrante intensità cromatica ma è impossibile, guardando le opere di Elsa Caselli, non intuire l’influenza dell’Impressionismo e del PostImpressionismo. L’interesse per il dato coloristico piuttosto che per il disegno, la prevalenza della soggettività dell’artista, delle sue emozioni, che diventano il punto di partenza per interpretare la realtà e la scelta di raccontare il mondo con una valenza volutamente immaginifica e favolistica, sono i tratti distintivi della sua pittura. L’utilizzo del colore è assoluto, svincolato da ogni esercizio razionale, frutto esclusivo di una mente incline ad esprimersi attraverso un agire sentimentalmente condizionante.
“Dipingere è saper tradurre ciò che l’istante ci dona”, spiega lei stessa. La sua arte poggia sull’osservazione diretta del dato naturalistico, rielaborato fino ad esprimere il suo intimo sentimento, rinunciando progressivamente all’aderenza mimetica della rappresentazione. Come diceva Paul Gauguin, “L’arte è un’astrazione: spremetela dalla natura sognando di fronte ad essa e preoccupatevi più della creazione che del risultato”.
La pienezza del colore e la saturazione tonale rivelano un approccio libero verso il gesto pittorico, catarsi emotiva e intellettuale in cui confluiscono istanze liriche di valore universalistico. Le cromie si compensano, si confondono con fluida mobilità, si mostrano leggere, coinvolgono lo sguardo con dirompenti giochi di colore che occupano ogni minimo spazio vitale. Pennellate ora fitte e dense, ora veloci e fluide si alternano sulle tele, seguendo l’inclinazione creativa dell’artista e creando una trama di segni in cui l’azione pittorica si traduce in fantasie dal gusto barocco o in astrazioni di stampo onirico.
La forma diventa quasi elemento da integrarsi in composizioni ritmiche. Elementi e colori sperimentano molteplici rapporti spaziali ed andamenti estetici plurimi. Nelle opere di Elsa Caselli tutto sembra emanare un primigenio senso di estatica meraviglia verso la realtà e la sua dimensione nascosta, articolandosi in immagini in cui l’espressività è coinvolgente partecipazione delle energie e delle tensioni che la impregnano.
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