Genova. La prima volta di Teatro Pubblico Ligure su una piattaforma digitale, in attesa di ritornare in sala. Dal 15 aprile “La risata nobile. Da Aristofane ad Achille Campanile” con Tullio Solenghi e la regia di Sergio Maifredi andrà in scena in esclusiva sulla app Tv Loft, all’interno di una vera e propria stagione digitale dal titolo “Tutta scena – Il teatro in camera”, che ospita tra gli altri Gabriele Lavia, Vinicio Marchioni, Lino Guanciale, Iaia Forte. Il biglietto singolo costa 4,99 euro, l’abbonamento 30 euro.
Per l’occasione è stata effettuata una registrazione apposita al Teatro San Leone Magno di Roma e lo spettacolo è stato arricchito da un’intervista a Tullio Solenghi di circa trenta minuti.
Il progetto di Tullio Solenghi e Sergio Maifredi prodotto da Teatro Pubblico Ligure celebra il potere dell’ironia, dell’allegria, dello sguardo trasversale sulla realtà offerto dall’umorismo. «Questo spettacolo è nato prima del covid – ha dichiarato Solenghi – ma sembra propizio per innalzare lo spirito e alleggerire la mente, componenti essenziali di quella famosa difesa immunitaria che di questi tempi tanto viene auspicata. La risata nobile è una cavalcata attraverso i secoli di tutti gli autori che si sono occupati di scrittura comica, si parte da Platone si passa per Aristofane, Boccaccio, Trilussa, per poi arrivare a Campanile, Flaiano, Benni. Una serata di parole nobili dedicate al sorriso».
La risata è una rivoluzione senza effetti collaterali. Ce n’è sempre bisogno: salva la vita. Ma il suo potere eversivo l’ha sempre resa invisa ai potenti. Sarà per questo che la letteratura comica è sempre stata una Cenerentola. Tullio Solenghi con La risata nobile vuole restituirle il rango che merita e da Cenerentola trasformarla in principessa.
Il viaggio è lungo, tanti hanno messo su carta la risata che rende liberi: da Aristofane a Marziale e Catullo, passando per Cecco Angiolieri, fino ad arrivare ad Achille Campanile, Ennio Flaiano, Metz, Umberto Eco e poi Stefano Benni, Gino e Michele, Umberto Simonetta, Enrico Vaime. Tante penne e tanti guizzi di intelligenza indomabili.
Sulla scomparsa della Commedia di Aristotele, Umberto Eco ha concepito un best seller come Il nome della rosa, dove si è disposti ad uccidere pur di evitare che si diffonda il potere incontrollabile della risata, ritenuto diabolico. L’ironia non ha confini e Tullio Solenghi la porta in dote come un maestro.