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“La classe operaia va in paradiso” con Lino Guanciale

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"La classe operaia va in paradiso" Teatro della Corte

La storia dell’operaio che scopre la coscienza di classe dopo avere perso un dito s’intreccia con le vicende che hanno accompagnato la genesi del celebre film.

«Alla sua uscita nel 1971 – scrive il regista Claudio Longhi – La classe operaia va in paradiso di Elio Petri riuscì nella difficile impresa di mettere d’accordo gli opposti. Industriali, sindacalisti, studenti, alcuni dei critici cinematografici più impegnati, si ritrovarono parte di uno strano fronte contro il film. E la pellicola non ha così avuto grande fortuna in Italia, nonostante la Palma d’Oro a Cannes e la galleria di stelle presenti, come Gian Maria Volonté, Mariangela Melato e Salvo Randone».

Nella versione teatrale, curata da Longhi con lo scrittore Paolo Di Paolo, la storia di Lulù Massa, operaio stakanovista odiato dai colleghi, che perso un dito scopre forse la coscienza di classe, si intreccia con le vicende che hanno accompagnato la genesi del film stesso. Infatti, spiega Longhi «accanto ai grotteschi personaggi della pellicola, si alternano sulla scena il regista Elio Petri e il co-sceneggiatore Ugo Pirro, qualche spettatore e alcune figure della nostra letteratura degli anni Sessanta e Settanta».

È dunque uno spettacolo corale e individuale al tempo stesso, un affresco in cui si intrecciano la vita di due intellettuali, la fabbrica, il contesto socio-economico dell’Italia di allora, evocando anche opere “vicine”, come La ragazza Carla di Elio Pagliarani, del ‘62; Porci con le ali di Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice, del 1976; un bel testo di Giuliano Scabia del ‘69 o infine alcune taglienti canzoni di Fausto Amodei.

Sulla scena funzionale di Guia Buzzi, con i video di Riccardo Frati che uniscono documenti storici e sequenze d’oggi, in un cast tutto di giovani, a interpretare il difficile ruolo che fu di Volonté è un bravissimo e appassionato attore come Lino Guanciale.

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