Cultura
venerdì
10
Maggio
2024

Il regista Bruno Dumont presenta a Genova “L’Empire”, la parodia di “Guerre stellari”

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Genova. Caustico, demenziale, spiazzante, epico, ironico, esilarante, bizzarro, affascinante, stralunato, geniale: è “L’Empire”, il nuovo film del regista francese Bruno Dumont, che venerdì 10 maggio alle ore 20:30 sarà al Cinema Sivori, in salita santa Caterina 54R per presentarlo al pubblico. Vincitore dell’Orso d’Argento al 74esimo Festival di Berlino, sarà proiettato in anteprima e in versione originale francese con i sottotitoli in italiano dopo il debutto all’apertura del 42° Bellaria Film Festival. Introdurrà Francesca Savino del Gruppo Ligure Critici Cinematografici SNCCI.

Fra gli interpreti principali figurano due celebrati attori come Fabrice Luchini e Camille Cottin, giovani professionisti come Lyna Khoudri, Lina Vartolomei, Julien Manier e Brandon Vlieghe, il meccanico del paese sulla costa normanna in cui è stato girato il film e al quale Dumont ha affidato il ruolo di Rudy, uno dei protagonisti. Il film è distribuito in Italia da Academy Two.

Il punto di partenza è la parodia di “Guerre stellari”. Le spade laser decapitano il nemico fra mucche, cavalli e trattori. Nel cielo si scontrano navi aliene mentre sulla terra i pescatori prendono il largo e buttano le reti. Il Bene e il Male si scontrano senza pietà mentre la vita quotidiana sembra scorrere tranquilla. Gli Uno e gli Zero si contendono il Margat, un bambino biondo, il Principe risorto, la Bestia della Fine dei Tempi. Da poco è nato in una casa del villaggio, figlio di una coppia già separata, come accade di frequente nei quartieri operai. Per contenderselo gli alieni si sono impossessati dei corpi degli umani, ignari di quel che sta accadendo. Ogni tanto le strade sono sconvolte da fenomeni atmosferici inspiegabili sotto gli occhi increduli dei due poliziotti locali ma poi passa.

Con un continuo passaggio dal burlesco al sacro Dumont sposta lo sguardo dalla Terra al cielo, dove Belzebù (Luchini) e la Regina (Cottin) si contendono il dominio dell’universo. Lui viaggia nello spazio dentro un castello (la Reggia di Caserta), lei dentro una chiesa gotica (la Sainte Chapelle). Il destino dell’umanità sembra segnato, la battaglia finale si avvicina ma può sempre accadere l’imprevedibile.

Dumont racconta l’origine del Bene e del Male, la ricerca dell’assoluto, il mistero della vita e dell’amore attraverso un’odissea spaziale combattuta sulla testa di uomini e donne miopi e distratti mentre le mucche continuano placide a brucare. Così l’epopea universale scivola verso la tragicommedia umana. Mediocre e sublime formano un groviglio inestricabile. Meglio riderci sopra, in attesa della fine del mondo.

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