Un gioco sottile tra ricordo e sogno, immaginazione e vita quotidiana. Deflorian/Tagliarini si interrogano su realtà e rappresentazione. Autori, registi e performer, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini per presentare il proprio lavoro citano il filosofo George Didi Huberman: «I sogni ci lasciano soli. Nella solitudine dei sogni gli altri, come attori su un palcoscenico, sono e non sono se stessi. Il cielo non è un fondale parte da un sogno a sua volta generato da una canzone. È lì, tra il buio e il corpo della musica che inizia il vero, paradossale lavoro del teatro».
Il cielo non è un fondale è un momento nodale nel percorso di ricerca di due artisti potenti e inquieti. Il primo spettacolo nato dalla loro collaborazione è Rewind, omaggio a Cafè Müller di Pina Bausch. Successivo è il Progetto Reality, ispirato ai diari di una casalinga di Cracovia, per il quale Daria Deflorian ha vinto il Premio Ubu 2012 come miglior attrice. Nel 2012 Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni riceve il Premio Ubu come migliore novità italiana e nel 2016 il Premio della Critica come miglior spettacolo straniero in Quebec, Canada.
Ne Il cielo non è un fondale Daria Deflorian e Antonio Tagliarini sono in scena con l’attrice e cantante Monica Demuru e Francesco Alberici. Tra brani di Dalla, Battisti, Mina o Händel, la testimonianza individuale e privata si fa mirabile racconto collettivo, sospeso tra immedesimazione e distanza critica. Suggerisce Sergio Lo Gatto di Teatro e Critica: «Nel teatro di Deflorian/Tagliarini si assiste partecipi a un continuo slittamento tra il dato di fatto e la sua narrazione».
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