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“I miserabili” di Victor Hugo in scena alla Corte

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"I miserabili" Victor Hugo Teatro della Corte

Un miserabile che vive ai margini della società non è quasi più un uomo. E il nostro presente è pieno di uomini così: i nuovi poveri. “I miserabili”, nell’adattamento di Luca Doninelli, con la regia di Franco Però e Franco Branciaroli nel ruolo di Jean Valjean, è un progetto imponente affrontato con emozione e slancio.

Si trema davanti a quelle “millecinquecento pagine – sottolinea Doninelli – che appartengono non solo alla storia della letteratura, ma del genere umano”. Perché il capolavoro di Victor Hugo è capace di parlare a ogni epoca, come se ne fosse espressione diretta. I miserabili rappresentano l’umano nella sua nudità: spogliato non solo dei suoi beni terreni, ma anche dei suoi valori, da quelli etici fino alla pura e semplice dignità che ci è data dall’essere uomini.

Commenta Franco Però:

Assistiamo all’ampliarsi della forbice fra i ricchi e i poveri, fra chi è inserito nella società e chi ne è ai margini. Ogni capitolo del romanzo – continua Però – meriterebbe uno spettacolo a sé. Non potendo fare questo, abbiamo pensato a un lavoro che possa contenere in qualche modo anche ciò che non si riesce a raccontare. I miserabili è un fiume in piena di cui noi restituiamo un’onda o poco più: ma la narrativa sulla scena è un medium che attrae, trattando argomenti dal valore universale.

In questa impresa c’è un personaggio “monstre” che necessita di un attore altrettanto “monstre”: è dunque Franco Branciaroli a vestire i panni di Jean Valjean. Con lui e con un cast d’interpreti impegnati in più ruoli vive la grande epopea ottocentesca. “Questo capolavoro – dice ancora Doninelli – è anche una metafora del Teatro, e quindi l’attore, rappresentandolo, rappresenta sé stesso e la propria arte”.

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