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Genova. Spettacolo teatrale liberamente ispirato all’opera di William Shakespeare.
La vita pubblica dell’uomo gettato sulla piazza politica è simile ad un incubo. É costretto a essere qualcuno per gli altri e con gli altri, d essere definito da una storia delle proprie azioni quasi sempre alterata e contraffatta. Esposto perciò al tradimento. È chiamato a essere, ad accordare l’azione alla parola, ad assumere un ruolo. Cosa e come deve essere? E soprattutto, chi lo desidera?
Il sovrano è colui che può decidere sullo stato di eccezione: colui che può porsi fuori dalla legge per poter dettare legge. Lo stato di eccezione è quel momento in cui il normale esprimersi delle leggi e della vita politica viene sospeso in virtù della necessità estrema di difendere la comunità da una minaccia maggiore. È quello stato di crisi che viene più o meno proclamato da quasi tutte le nazioni del mondo, questo stato d’eccezione che oggi è diventato la regola. Ed è in questa durevole esposizione al pericolo che oggi viviamo e ci smarriamo in identità abbozzate, in mille illusioni.
Ma come il sovrano è colui che si pone fuori dalla legge per dettare legge, così forse è possibile che egli venga destituito grazie a una forza anch’essa fuorilegge. Per l’individuo gettato nel calderone dell’esistenza, costretto alla presenza e dalla necessità, tormentato da mille figure di spietati tiranni e oppressioni, manipolato e controllato anche nelle passioni più private, non c’è altra speranza che questa: cogliere ogni giorno l’estrema opportunità politica di emancipazione e liberarsi finalmente dalle immagini.
Con Michele Spanò, Michela Gatto, Francesco Deri. Audio e musica Emanuele Visconti. Regia e scene Francesco Deri