Nell’ambito di “Genova e l’800” venerdì 11 aprile dalle ore 16:30 alle 18:30 in corso Perrone 118 la Fondazione Ansaldo proporrà la presentazione del libro “Il capitano che trasportava gli emigranti. Francesco Gerolamo Ansaldo, 1857-1926”, edito da il Mulino e a firma del professor Luca Lo Basso, docente ordinario di Storia Moderna all’Università degli Studi di Genova.
Oltre all’autore interverranno Claudia Cerioli, responsabile degli Archivi Storici della fondazione, e il professor Paolo Calcagno, collega di Lo Basso. L’evento sarà accompagnato da una visita guidata incentrata sull’Archivio familiare Ansaldo, con un focus specifico sulla figura di Francesco Gerolamo Ansaldo, figlio di uno dei fondatori della Gio. Ansaldo & C. È obbligatoria la prenotazione del posto.
Il libro racconta la vita straordinaria del capitano marittimo genovese, testimone diretto della grande emigrazione italiana verso le Americhe tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Dalle sue lettere, i diari e un’autobiografia parziale emerge il ritratto di un uomo che dal ponte di comando dei piroscafi ha osservato il mondo e ne ha raccontato le trasformazioni. I suoi scritti restituiscono uno spaccato vivido della vita a bordo, descrivendo le difficili condizioni dei marinai, le speranze e le paure degli emigranti, le storie di uomini e donne in viaggio verso una nuova vita.
A bordo dei grandi piroscafi diretti in America la distinzione tra passeggeri di prima e seconda classe ed emigranti di terza classe era netta. Nelle sue lettere alla moglie Ansaldo dedicava poco spazio a questi ultimi ma nei suoi appunti privati li osservava con attenzione, talvolta con sguardo distaccato, altre volte con sincera partecipazione. Per gli emigranti il viaggio era un passaggio incerto tra il passato e un futuro sconosciuto.
Il capitano annotava anche le voci raccolte sul ponte, talvolta amare, talvolta ironiche. Le stive in cui gli emigranti dormivano erano anguste e insalubri, il cibo era scarso, la promiscuità esasperante ma ciò che più colpiva Ansaldo era il silenzioso rassegnato dolore di chi, lasciando la propria terra, portava con sé solo la speranza e la paura.
