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Genova celebra Mario Luzi nel decennale della morte

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Mario Luzi

Genova. La poesia italiana riparte da Genova nel segno di Mario Luzi. Nel decennale della morte del poeta, venti fra i poeti italiani più significativi parleranno del loro rapporto con la parola dando vita a una serie di dialoghi a più voci con l’intento comune di ripensare in profondità l’idea del fare-poesia.

Confrontandosi, in particolare, con l’opera tarda e postuma di Luzi, che fu cittadino onorario di Genova, autori quali, fra gli altri, Giuseppe Conte, Roberto Mussapi, Giancarlo Pontiggia e Davide Rondoni, daranno vita a Per il dopo, per il principio, un convegno in due giornate che riunirà studiosi e poeti di tutta Italia, oltre ad alcuni “compagni di viaggio” che di Luzi sono stati allievi, amici o confidenti.

L’incontro, ideato e organizzato da Massimo Morasso, è in programma venerdì 17 e sabato 18 aprile, nel Museo Diocesano (il pomeriggio del 17) di via Reggio e nell’Oratorio di San Filippo di via Lomellini (il 18, tutto il giorno).

Dopo la proiezione del film Nel giusto della vita (25 min), un omaggio della televisione svizzera di lingua italiana a Mario Luzi, con gli interventi di Enrico Elli (Università Cattolica), Gianni Festa, Paolo Andrea Mettel (Associazione Mendrisio Mario Luzi Poesia del Mondo) Elisa Tonani e Stefano Verdino (Università di Genova), la sessione Nei segni di questo inconoscibile alfabeto di venerdì 17 aprile offrirà un panorama a tutto tondo della produzione poetica del poeta fiorentino, con riferimento particolare al suo ultimo, vitalissimo decennio (1994-2005). La sessione Vola alta, parola di sabato 18 aprile, testimonierà invece la persistenza, oltre la svolta del secolo, di una tradizione vivente di poeti che richiamandosi all’opera di Luzi coinvolge molti degli autori più importanti dell’ultima e ultimissima generazione.

«Prendendo spunto dalla figura e dall’opera del mio amico-maestro Mario Luzi – afferma Massimo Morasso, ideatore e curatore del progetto – il nostro convegno vuol essere prima di tutto un momento di riflessione condivisa. Luzi si è speso per oltre settant’anni contro ogni visione “a basso coefficiente energetico” della poesia. Ed è bello che tanta parte dei poeti italiani che contano si riconoscano ancora volentieri nel suo lascito. Ribadendo con convinzione che è pur sempre possibile, oggi, al di là del Novecento, sfuggire al disorientamento e alle derive nichilistiche che segnano il nostro paesaggio letterario e culturale».

 

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