Genova. Filumena Marturano è ormai nell’immaginario e nella memoria collettiva italiana, tanto che alcune battute sono entrate nel parlare comune. Eduardo De Filippo, al suo meglio, la scrisse subito dopo la guerra, prendendo spunto da un fatto di cronaca, dedicandolo alla sorella Titina.
Allora il tema affrontato dalla commedia era scottante: si parla di diritti dei figli illegittimi. Solo nell’aprile 1947 l’Assemblea Costituente approvò l’articolo che stabiliva il diritto-dovere dei genitori di mantenere, istruire e educare anche i figli nati fuori dal matrimonio.
Al di là della trama, quella della Filumena Marturano, qui diretta da Liliana Cavani, che debutta nella prosa, è la storia di un grande testo teatrale, forse uno dei migliori del secondo Novecento, e di personaggi meravigliosi, come Filumena e Domenico Soriano: aspri, duri, umanissimi si confrontano in un duello di feroce amore. E oggi trovano la voce e il volto di Mariangela D’Abbraccio, che ha iniziato la sua carriera diretta da Eduardo nella compagnia di Luca De Filippo; e di Geppy Gleijeses, allievo di Eduardo che per lui nel 1975 revocò il veto alle sue opere.
Inizio alle 20.30, biglietti da 17 euro.
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