Pieve Ligure. La terza edizione invernale del Pieve Ligure Art Festival si concluderà lunedì 5 maggio alle ore 21 al Teatro Michele Massone, in via XI Febbraio 1, con l’anteprima nazionale di “Dieci navi per la salvezza”, una nuova produzione di Teatro Pubblico Ligure. Gli autori del testo sono lo scrittore Massimo Minella e Danila Suzzi, che hanno raccolto storie vere sulle navi e gli uomini che hanno rischiato la propria vita per salvare quella di chi era sotto il mirino della furia nazifascista. A portarlo in scena è lo stesso Minella con Franco Piccolo alla fisarmonica.
“Dieci navi per la salvezza” racconta storie di navi che diventano occasioni di salvezza per decine di migliaia di ebrei. Rotte obbligate per sfuggire a chi persegue uomini e donne la cui unica colpa è quella di essere nati. Dalla presa del potere del nazismo sino alla fine della Seconda Guerra Mondiale è spietata la caccia agli ebrei, costretti a cercare riparo dalla follia umana. Anche un transatlantico, un traghetto, perfino un battello possono rappresentare un’opportunità di fuga.
Dieci storie di dieci navi che sono solo una pagina del tragico libro della guerra, sintetizzandone però i sentimenti che da una parte e dall’altra si materializzano: l’odio, l’orrore, la tenacia, il desiderio di libertà. Dal più celebre Rex a sconosciute carrette del mare, queste navi diventano il rifugio e il veicolo per raggiungere Stati Uniti, Palestina, Cina, così da trovare riparo dalla guerra. Molti ci sono riusciti, altrettanti non ce l’hanno fatta e ora riposano sul fondo del mare.
La sostanza è un racconto a più voci di chi ha cercato sull’acqua la sua via di fuga. Il racconto si sviluppa in due distinti momenti legati alla navigazione, il varo del progetto di fuga dettato dalla guerra e la navigazione stessa. Una tragedia che va in scena sul mare e che continua a farci riflettere. Lo spettacolo nasce dal libro di Massimo Minella “Dieci navi per la salvezza. Storie di ebrei in fuga 1933 – 1941”, edito da Mursia nella collana “Testimonianze fra cronaca e storia” con la prefazione di Moni Ovadia.
