Genova. Mercoledì 19 giugno alle ore 20:45 nella Sala Quadrivium, in piazza santa Marta 2, avrà luogo l’incontro “Di cosa è fatta la speranza. Il dolore, la solitudine, la vita che resta da vivere” promosso dal Centro Culturale Charles Péguy insieme all’Ufficio per la Pastorale Universitaria dell’Arcidiocesi di Genova. Il dottor Marco Maltoni, direttore dell’Unità Cure Palliative dell’AUSL Romagna e presidente dell’associazione Sul Sentiero di Cicely, e il professor Antonio D’Aloia, docente di Diritto Costituzionale dell’Università degli Studi di Parma, che dialogheranno sui temi proposti dall’omonimo libro di Emmanuel Exitu e gli attuali interrogativi sulle cure e sulle scelte alla fine della vita.
Il best seller edito da Bompiani ha riscosso il plauso di autori come Daniele Mencarelli e Alessandro D’Avenia. In forma di romanzo Exitu racconta le vicende umane e professionali di Cecily Saunders: dapprima infermiera durante la Seconda Guerra mondiale, assiste e cerca di alleviare le sofferenze dei feriti, poi da assistente sociale si trova a lenire il dolore dei malati che le sono affidati. È lei che nel 1967 crea il primo hospice al mondo per un approccio globale a quello che lei definisce “dolore totale”. Così rivoluziona il modo in cui una società si prende cura dei malati, dei morenti e dei familiari e amici di quegli ammalati.
“Cicely fu visionaria perché sperava: essere visionari non significa avere visioni ma scorgere il possibile dove tutti vedono l’impossibile – scrive D’Avenia – Bisogna diventare visionari del qui e ora”. Una speranza che si nutra di concretezza e persone presenti: la controcopertina del libro ricorda che “la speranza è fatta di cose che hanno bisogno di qualcuno che le faccia accadere”. A partire da qui le domande a Maltoni, che ha voluto proseguire “il sentiero di Cicely” con la sua associazione, e D’Aloia, che si è confrontato con i diritti e i livelli essenziali delle prestazioni sociali e sanitarie, che rappresentano un aspetto delicato nel trattamento dei malati inguaribili.
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