Cogorno. In occasione del settimo centenario della morte di Dante Alighieri e in collaborazione con la Società Economica di Chiavari e la Biblioteca Universitaria di Genova il comitato genovese della Società Dante Alighieri organizza il ciclo di incontri “Dante, la Liguria e altro” (per partecipare è necessaria la prenotazione). Sabato 29 maggio alle ore 17 alla Basilica San Salvatore dei Fieschi si terrà il primo appuntamento “Dante Alighieri e i Fieschi: luci e ombre tra Papato e Impero”, in cui Fabio Contu leggerà il Canto XIX del “Purgatorio” della “Divina Commedia”.
La conversazione con Marina Firpo, archivista della Fondazione Conservatorio Fieschi, si snoderà intorno al rapporto tra il sommo poeta e la famiglia Fieschi. Fra XIII e XIV secolo i Fieschi sono senza dubbio una delle più importanti famiglie non romane all’interno della curia sia per la presenza nel collegio cardinalizio sia con la figura di due importanti papi, Innocenzo IV e Adriano V. È indubbio che Dante conoscesse la famiglia: lo si evince dai numerosi indizi all’interno delle sue opere. Per questo motivo il suo giudizio è ambiguo e forse i suoi silenzi sono più significativi delle sue terzine.
Pur essendo una delle più importanti famiglie feudali liguri, nel XIII secolo i Fieschi avevano espresso infatti una figura di grande rilievo: Innocenzo IV, uno dei più aspri oppositori di Federico II e contemporaneamente uno dei più importanti canonisti del suo tempo. Il nipote di Innocenzo IV, il cardinale Luca Fieschi, fu uno dei difensori di Bonifacio VIII dopo lo “schiaffo di Anagni” e allo stesso tempo accompagnò Enrico VII di Lussemburgo, l’Arrigo dantesco, nel suo viaggio in Italia. Dunque una famiglia proteiforme con relazioni e interessi ramificati in tutta Europa e sulla quale Dante preferisce mantenere un giudizio sospeso.