Genova. Un mondo algido e devastato, divani e pianoforti immersi nel ghiaccio, un vecchio grammofono abbandonato, una grande tomba su cui Elettra piange il padre, accompagnata dalle Coefore, le portatrici delle libagioni per i defunti. Si apre così “Coefore / Eumenidi”, seconda parte dell’”Orestea” diretta da Davide Livermore, che ha unito il secondo e terzo capitolo della trilogia di Eschilo in un unico spettacolo, in scena dal 19 al 25 marzo al Teatro “Ivo Chiesa”. Unica trilogia tragica giunta sino a noi nella sua interezza, l’”Orestea” di Eschilo ruota interamente attorno al concetto di giustizia ed è proprio in queste due tragedie che l’autore descrive un passaggio fondamentale per la nostra civiltà: il passaggio dalla legge del taglione alla giustizia amministrata dagli uomini attraverso un tribunale.
Sono passati dieci anni dalla morte di Agamennone, assassinato dalla moglie Clitemnestra per vendicare il sacrificio della figlia Ifigenia. Il sangue chiama altro sangue e così il figlio Oreste, che era stato allontanato da bambino dalla reggia, spinto dal dio Apollo torna ad Argo e per vendicare il padre uccide la madre ed Egisto, suo complice nel regicidio. Il matricidio scatena l’ira delle Erinni e Oreste è costretto a fuggire. L’intervento della dea Atena, che istituisce il tribunale dell’Aeropago, interrompe finalmente la catena di sangue e trasforma le Erinni nelle benevole Eumenidi.
Eschilo getta subito delle ombre sulla giustizia evidenziandone i limiti: l’assoluzione del matricida Oreste si deve ad un giudice, Atena, e un avvocato, Apollo, che per la loro stessa natura divina determinano una disparità del giudizio al limite dell’iniquo. Opera di teatro totale, lo spettacolo di Davide Livermore si avvale di una colonna sonora in costante dialogo con il testo (le musiche originali sono di Andrea Chenna, in parte eseguite dal vivo da Diego Mingolla, Stefania Visalli, Cecilia Bernini, Graziana Palazzo e Silvia Piccollo) e un cast forte e coeso, in cui spiccano nelle parti principali Giuseppe Sartori, Anna Della Rosa, Laura Marinoni, Stefano Santospago, Gabriele Crisafulli, Gaia Aprea, Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi, Maria Grazia Solano, Maria Laila Fernandez, Alice Giroldini, Marcello Gravina, Turi Moricca, Valentina Virando.
Un grande ledwall come un sole ghiacciato domina la scena curata dallo stesso Livermore con Lorenzo Russo Rainaldi e illuminata da Marco De Nardi, evocando ora il fantasma di Agamennone, ora flash di tragedie contemporanee in cui la giustizia non ce l’ha fatta, da Ustica al Moby Prince a Falcone e Borsellino. I costumi, ora severi ora scintillanti, firmati da Gianluca Falaschi, rimandano a un’ambientazione anni Quaranta. Gli spettacoli dell’”Orestea” sono prodotti da Teatro Nazionale con l’INDA Istituto per il Dramma Antico.
L’opera va in scena martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 20:30, giovedì dalle 19:30. Nelle giornate del 19 e 25 marzo è prevista la “Maratona Orestea con Agamennone” alle ore 16:30 e “Coefore / Eumenidi” alle ore 19. Biglietto unico per la maratona: 40 €.
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