Genova. Dal 17 al 26 settembre il la Galleria delle Esposizioni al primo piano del Galata Museo del Mare ospita un importante mostra di cinquanta pannelli sul rapporto tra “Architettura e il mare” dei tre grandi architetti innovatori nel periodo che va dagli anni ’30 alla Seconda Guerra Mondiale, con ripresa in modo trionfale nel Dopoguerra fino agli anni ’60: Gustavo Pulitzer Finali, Gio Ponti e Nino Zoncada.
Intorno agli anni ’30 la Marina Mercantile Italiana pianificò un grande intervento costruendo nuove navi ammiraglie che dovevano rappresentare un notevole cambiamento rispetto a quelle obsolete che attraversavano ancora i mari. Il concetto del “nuovo navigare” fu affidato a tre grandi architetti del periodo che più di altri si dedicarono a disegnare le modalità del “andar per mare”.
Primo fu Finali, che per la Victoria proclamò il nuovo concetto di unitarietà chiamando a collaborare Ponti, il quale affermò il valore di Pulitzer diverse volte su molte pagine della sua nuova rivista Domus. A sua volta Ponti volle al suo fianco Zoncada nella progettazione di diversi transatlantici. Quest’ultimo proseguì il lavoro in campo navale sino alla fine della sua carriera.
Il disastro dell’Andrea Doria segnò invece il graduale allontanamento di Gio Ponti dagli allestimenti navali e solo nel 1968, durante un colloquio con una studentessa di architettura, in lui si riaccese l’antico amore per il mare. I tre architetti si circondarono dei migliori artisti del periodo: P. Fornasetti, E. Altara, M. Campigli, S. Fiume, M. Mascherini, L. Fontana, P. De Poli, F. Melotti, G. Severini e tantissimi altri.
L’allestimento è a cura di Alex Amirfeiz e Bruna Moresco in collaborazione con la Fondazione De Ferrari.
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