giovedì
23
Maggio
2019

Antonio Gibelli presenta il libro “26 gennaio 1994”

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23
Maggio
2019
“26 gennaio 1994” Presentazione del volume di Antonio Gibelli

Giovedì 23 maggio alle ore 17 nella sala consiliare della Città Metropolitana di Genova a Palazzo Doria Spinola si terrà la presentazione del volume di Antonio Gibelli “26 gennaio 1994” (Laterza, 2018). All’incontro, dopo i saluti del presidente ILSREC “R. Ricci” Giacomo Ronzitti, interverranno gli storici Giovanni De Luna e Giovanni Gozzini, coordinati dal direttore scientifico ILSREC “R. Ricci” Giovanni Battista Varnier.

Nove minuti. In nove minuti si condensa un passaggio chiave della storia italiana, definito di volta in volta come transizione dalla “Prima” alla “Seconda Repubblica”, o dalla “repubblica dei partiti” all’epoca dei movimenti dominati da leader carismatici e improntati alla “demagogia”. Da questo momento il sistema politico italiano cessa di essere quello che è stato per circa mezzo secolo. Gli stessi fondamenti etico-politici dell’Italia repubblicana nata dalla tragedia della Seconda guerra mondiale, dal crollo del regime fascista e dalla Resistenza sembrano per la prima volta messi in discussione alla radice, oscurati se non proprio manomessi.

Alle 17:30 del 26 gennaio 1994, Silvio Berlusconi fa la sua apparizione sugli schermi tv attraverso una delle tre grandi reti di sua proprietà. Esibendo un sorriso affabile, seduto dietro una scrivania, sullo sfondo una libreria con foto di famiglia, pronuncia un appello rivolto a tutti gli italiani. Il discorso dura circa 9 minuti e 30 secondi. Oltre 26 milioni di telespettatori sono raggiunti dal messaggio. È l’esordio di un terremoto politico. Di lì a poco l’imprenditore lombardo, proprietario di una mitica squadra di calcio e padrone di mezzo sistema televisivo, conquisterà la maggioranza parlamentare, divenendo capo del governo. Quella del 26 gennaio 1994 non è stata una battaglia campale, non la deposizione di un despota o una dichiarazione di guerra, un regicidio o il passaggio da una monarchia a una repubblica. Formalmente neppure un colpo di Stato.

Nelle ore cruciali che qui ricostruiamo non si muovono truppe, non si decapitano condottieri, non si firmano patti: si definiscono gli sfondi di un set, i minuti e i secondi di un passaggio sugli schermi televisivi. Nondimeno, con quell’apparizione comincia una nuova era, che ha caratterizzato la storia dei sistemi politici. Una forma sfigurata e truccata di democrazia, che gli antichi chiamavano demagogia e taluni chiamano oggi populismo dell’audience: dominio di leader che pretendono di essere l’incarnazione del popolo e tendono all’esercizio di un potere affidato alla comunicazione semplificata e istantanea dei media di massa. Dalla tv ai social.

Inizia così un ventennio di vita politica che sarà denominato “Seconda Repubblica”, con l’ambizione di recidere i valori fondanti della “Prima” nata dalla lotta di liberazione. Una lunga fase della vita politica italiana, in cui la logica e i metodi verranno proiettati da altri protagonisti nel presente attraverso l’uso di Internet.

Antonio Gibelli è tra i massimi studiosi di storia della Prima guerra mondiale. Ha fondato l’Archivio Ligure della Scrittura Popolare (Alsp), con sede presso l’Università di Genova. Collabora con i quotidiani “Il Secolo XIX” e “il manifesto”. Tra le sue opere: “Il popolo bambino. Infanzia e nazione dalla Grande Guerra a Salò” (Einaudi, 2005); “L’officina della guerra. La Grande Guerra e le trasformazioni del mondo mentale” (Bollati Boringhieri, 2007); “Berlusconi passato alla storia. L’Italia nell’era della democrazia autoritaria” (Donzelli, 2010); “La Grande Guerra degli Italiani” (Rizzoli, 2014).

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