Giovedì 26 gennaio alle ore 17 al Teatro Akropolis, in via Boeddu 10, si si terrà la proiezione del documentario “Franco Sartori – La città possibile”, organizzata da ANPI Ansaldo Energia. Attraverso le testimonianze di Luca Borzani, Antonio Caminito, Leila Maiocco, Igor Magni, Andrea Ranieri e Uliano Lucas l’opera racconta la Genova degli anni ’80 e ’90 e l’impegno politico sindacale di Franco Sartori (1941 – 1996).
In quegli anni la Superba è una città segnata dalle crisi delle grandi fabbriche e del porto, dall’inquinamento e dall’assenza di politiche industriali e in cui contemporaneamente emergono nuovi soggetti politici, come il comitato Salute e Ambiente delle donne di Cornigliano, e un uomo come Sartori, che vede nel ponente genovese il laboratorio da cui ripartire per costruire una nuova stagione di sviluppo.
“La città possibile” da egli immaginata è quella che non consuma il territorio ma mette al centro lo sviluppo sostenibile, investe sui nuovi lavori e sui nuovi saperi e considera le contraddizioni non ostacoli ma risorse. Una sfida, un progetto di comunità troppo avanti per quegli anni e che non viene compreso appieno né dal sindacato né dal Partito Comunista Italiano, che vedono nel sindacalista genovese un’anomalia. Il rapporto sempre dialettico con quelli che erano i punti di riferimento politici e sindacali non impediscono però a Sartori, quando torna a Genova nel 1982 dopo una lunga trasferta romana, di dare impulso alla Camera del Lavoro del Ponente, che diventerà il principale luogo di elaborazione cittadino.
“Per noi venire a Sestri Ponente è molto importante – dichiara il regista Ugo Roffi – Tutto è cominciato da qui: tra Cornigliano e Sestri Ponente abbiamo girato gran parte delle immagini del documentario ed è da qui che Sartori voleva ripartire per disegnare il futuro della città. Un’idea di città che non appartiene al passato ma che andrebbe ripresa e adattata, perché continua a rappresentare un modello anche per il presente”.
“Raccontare la storia di Franco Sartori è ripercorrere la storia di una parte di Genova: quella legata all’industria, al declino della sua vocazione industriale e all’emergere e all’anticipazione di un’idea oggi diventata esigenza prioritaria: coniugare ambiente, lavoro e territorio”, afferma il segretario generale SPI CGIL Liguria Ivano Bosco.
