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A Genova lo spettacolo “Alice no” sul tema della non maternità

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Genova. Nel contesto della rassegna “G.E.T Giovani Eccellenze Teatrali” dell’associazione La Chascona, dedicata ai nuovi scenari teatrali con giovani compagnie, e del “Circuito Spirali” sabato 14 dicembre alle ore 21 al Teatro Garage andrà in scena lo spettacolo “Alice no”, un progetto de La Petite Mort Teatro, di e con Sofia Pauly e per la regia di Gianluca Maria Bozzale. Alice ha 34 anni, un bel lavoro e un compagno che ama. Secondo gli standard dovrebbe desiderare di mettere su famiglia ma non è così. Ha un problema? “Alice no” è la volontà di rispondere a questa domanda, una riflessione ironica sul desiderio di maternità o meglio sul non desiderio di maternità.

“Lo spettacolo nasce da un’esigenza personale – afferma l’autrice – Sono una donna di 36 anni e non ho figli. Probabilmente niente di eccezionale al giorno d’oggi, eppure in qualche modo sì. Penso che rappresenti ancora un tabù nella nostra società parlare di scelta di non maternità e che venga spesso presentata come una scelta dolorosa o una mancanza. Anche l’aborto è ancora vissuto come un tabù e questo lo rende un’esperienza ancora più dolorosa per molte donne, un’esperienza che non viene condivisa ma vissuta nella maggior parte dei casi nel silenzio e nella solitudine. Il mio desiderio è indagare questi temi dando ad essi una dignità che nulla ha a che fare con il dramma. Vorrei provare con onestà a raccontare e prendere la posizione di una donna che semplicemente non sente il desiderio di essere madre, anzi addirittura decide di interrompere una gravidanza perché sente che questa è la cosa giusta da fare”.

“Quando ho iniziato a lavorare sul testo con Sofia mi sono subito reso conto che inconsciamente se penso ad un uomo che non diventerà mai padre non sento che nella sua vita c’è una mancanza, invece se penso ad una donna sì e mi sono chiesto il perché. Da qui è nata la mia voglia di rispondere a questa domanda – spiega Bozzale – È una regia semplice che mette l’attrice e autrice al centro di tutto, rispettando la sua visione e dandole forza. L’attenzione si concentra sul testo, perché arrivi diretto e coinvolge il pubblico nella nostra riflessione, nella nostra volontà di interrogarci senza dare una risposta ma provare insieme ad esplorare un punto di vista nuovo, meno battuto. Ci piacerebbe dare voce a chi il desiderio di maternità non ce l’ha, probabilmente non l’avrà mai e forse va bene così”. Lo spettacolo ha vinto la menzione speciale al Premio “Giovani realtà del teatro” nel 2016.

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