Genova. Grazie alla collaborazione tra Suq Genova Festival e Teatro e il Centro Banchi giovedì 3 novembre alle ore 18:30 ai giardini Emanuele Luzzati (in caso di maltempo a La Claque del Teatro della Tosse) si terrà un incontro con una personalità straordinaria della cultura contemporanea: Goffredo Fofi. Giornalista, scrittore, critico letterario e cinematografico, ha saputo sempre interpretare il presente e immaginare il futuro con uno sguardo autonomo e di autentica passione sociale.
L’occasione sarà la presentazione dei suoi nuovi libri “Son nato scemo e morirò cretino” e “Cari agli dei”, da cui Carla Peirolero leggerà alcuni brani. L’intervista sarà condotta da Giacomo D’Alessandro ed è previsto l’intervento e il benvenuto di Marco Montoli. Il primo libro è un’ampia raccolta di scritti dal 1956 ad oggi curata da Emiliano Morreale, il cui titolo è stato scelto dallo stesso Fofi ed è tratto da un couplet del repertorio di Nino Taranto.
L’antologia racchiude sessant’anni di attività e testimonia la sua vitalità nel raccontare l’Italia. Dalla Sicilia delle baracche alla Torino del boom, dal Sessantotto agli opachi anni Ottanta fino all’intervento sociale degli anni Novanta, Goffredo Fofi ha attraversato gli ultimi decenni del Novecento e si è affacciato al nuovo millennio offrendo un raro esempio di lucidità e militanza. Ha fondato riviste, pubblicato libri, lanciato iniziative, scoperto fenomeni e talenti, creato reti di persone, stroncato intoccabili: ha contraddetto e non ha mai avuto paura di contraddire, anche se stesso.
Riproposti in modo organico e ragionato, questi scritti ricostruiscono il percorso complesso e affascinante di un vero intellettuale, spaziando dal confronto serrato con i maestri, gli amici e i fratelli maggiori Fellini, Bene, Morante e Calvino alle scoperte e riscoperte di autori trascurati o dimenticati, alla valorizzazione della cultura di massa più vitale, sempre in largo anticipo rispetto al mondo accademico.
In “Cari agli dei” Fofi evoca i “morti giovani” di più generazioni ed epoche, talvolta vittime di attentati di mafia o per mano fascista, ma anche persone non più giovanissime a lui particolarmente vicine, tra le quali Fabrizia Ramondino, Peppino Impastato, Mauro Rostagno, Elsa Morante sino ad Alessandro Leogrande, forse il più caro, come scrive lui stesso. Il libro intende “rendere giustizia a chi troppo presto gli dei hanno voluto strapparci”.
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