Genova. Dal 15 marzo al 13 aprile (dal giovedì alla domenica in orario 16 – 20) il primo piano di Palazzo Grillo si trasforma in uno spazio vivo in cui arte e ricerca si incontrano per esplorare la mobilità umana, la solidarietà e le dinamiche dei confini con la mostra interdisciplinare “MOBS. mobilities, solidarities and imaginaries across the borders”. Curata da Anna Daneri, l’esposizione è l’esito dell’omonima ricerca sostenuta dal programma “Prin 2020” del Ministero della Ricerca e condotta da cinque unità di ricerca delle università di Genova, Parma, Padova, Milano e Napoli L’Orientale, intrecciando le prospettive disciplinari di ricercatori e ricercatrici provenienti da ambiti diversi e di cui hanno fatto parte anche le artiste e gli artisti in mostra.
“La scelta comune di utilizzare il video, associato ad elementi scultorei, disegni e fotografie, pone al centro il potenziale e le criticità connesse con il medium – commenta Daneri – La regista, compositrice, teorica e docente Trinh T. Minh-ha a proposito del suo approccio filmico parla di ‘speaking nearby’ (‘parlare accanto’) piuttosto che di ‘speaking about’ (‘parlare di’) e ricorre alla definizione di ‘linguaggio poetico’: ‘Ogni volta che si propone un’immagine, una parola, un suono o un silenzio questi non sono mai strumenti chiamati semplicemente a servire una storia o un messaggio. Hanno un insieme di significati, una funzione e un ritmo proprio all’interno del mondo che ogni film costruisce di nuovo. Mi riferisco al fatto che il linguaggio è fondamentalmente riflessivo e solo nel linguaggio poetico si può trattare il significato in modo rivoluzionario'”.
MOBS non è solo una mostra, un laboratorio di idee, storie e immaginari che invita il pubblico a riflettere sui grandi temi del nostro tempo. “Attraverso documentari, libri e oggetti culturali vogliamo stimolare un dialogo aperto su migrazioni, confini e solidarietà”, spiega il professor Luca Queirolo Palmas, responsabile del gruppo di ricerca genovese. La mostra nasce dalla collaborazione tra cinque università italiane che hanno condotto una ricerca innovativa su spazi di transito italiani: il Mediterraneo, le Alpi, le città e le aree rurali. Attraverso opere, performance e interventi “MOBS” racconta come le persone in movimento ridefiniscano i confini geografici e sociali, portando nuove visioni e relazioni solidali in contesti spesso segnati da divisioni e disuguaglianze.
Alessandra Cianelli, Wissal Houbabi, Anto Milotta e Opher Thomson presentano in anteprima gli esiti artistici delle proprie ricerche, che si sono compenetrate, hanno affiancato e fatto da controcanto ai percorsi delle ricercatrici e ricercatori universitari guidati da Annalisa Frisina, Monica Massari, Vincenza Pellegrino e Luca Queirolo Palmas. “Sono esposti anche alcuni distillati della ricerca sociologica che si dispiegheranno nel programma di incontri e performance, sempre in dialogo con la componente artistica – conclude la curatrice – Una mostra sul tema del confine che si pone come una proposta metodologica ibrida, foriera di nuove possibilità sia per la sociologia sia per le arti, in un quadro di profonda messa in discussione dei confini disciplinari stessi”.
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