Genova. “L’ammodernamento delle infrastrutture marittime è fondamentale per ridare centralità economica e occupazionale alla città. Ma un progetto giusto, gestito nel modo sbagliato, può trasformarsi in un’occasione mancata – dice il candidato sindaco Francesco Toscano – L’opera, annunciata nel 2022 con un costo stimato di 928 milioni di euro, ha già superato 1,3 miliardi in meno di tre anni. Una lievitazione, che impone risposte chiare: dove sono finiti questi soldi? Chi li controlla? Nel 2023 ANAC ha certificato che l’appalto è stato gestito in violazione delle regole di concorrenza, senza una gara pubblica. Inoltre, le dimensioni imponenti dell’opera pongono anche un tema di natura strategica: la nuova diga potrebbe trasformare Genova in uno scalo per navi da guerra, aprendo scenari di militarizzazione che la città non ha mai chiesto. Genova deve rimanere un ponte di pace – afferma ancora Toscano – non diventare un avamposto armato del Mediterraneo. Il nostro porto deve guardare alla Via della Seta, ai mercati asiatici, ai traffici civili e commerciali. È da lì che deve arrivare il futuro, non dalle logiche di confronto geopolitico”.
Chiediamo quindi:
– Trasparenza sull’impiego dei fondi pubblici
– Controllo democratico e accesso ai dati per cittadini e organi indipendenti
– Garanzie contro qualsiasi uso militare delle nuove strutture
– Verifica tecnica ed economica seria su ogni fase del progetto
“Sì alla diga, ma con dignità, verità e giustizia. Genova non è in vendita, e non è un deposito militare. È, e deve restare, una grande capitale del lavoro, del commercio e della libertà” conclude Toscano.