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Saluto romano a Genova, esposto in Procura del M5S: verso l’apertura di un’inchiesta

Nell'esposto vengono segnalati oltre al saluto romano anche i cori di propaganda e i rischi per l'ordine pubblico. Giordano (M5S): "Politica non può essere ambigua

Genova. C’è anche un esposto del movimento 5 Stelle sul tavolo della Procura di Genova che deve valutare l’apertura di un’inchiesta nei confronti dei militanti di estrema destra che domenica hanno fatto il saluto romano nel corso della commemorazione per Ugo Venturini ai giardini di Brignole. Nell’esposto, inviato via pec al procuratore Nicola Piacente dal capogruppo dei pentastellati in Regione Liguria Stefano Giordano, si chiede ai magistrati di valutare “presunti problemi di sicurezza e possibili reati” commessi nell’ambito della manifestazione che “destano preoccupazione“.

Il riferimento nell’esposto è in particolare e al “saluto romano” ma anche a “cori di propaganda fascista” da parte dei militanti che si chiamavano tra loro “camerati” e ai conseguenti “problemi di ordine pubblico” che quella commemorazione ha provocato con il presidio convocato da Genova Antifascista e il rischio di disordini.

L’ipotesi di reato su cui la Procura è chiamata a valutare è sostanzialmente la violazione della Legge Scelba, il cui articolo 5 prevede che “chiunque, partecipando a pubbliche riunioni, compie pubblicamente manifestazioni usuali al disciolto partito fascista” potrà essere punito con la reclusione fino a tre anni e una multa fino a 516 euro, unitamente alla perdita dei diritti politici e l’interdizione dai pubblici uffici.

E’ probabile che il procuratore Piacente decida a questo punto di aprire un’inchiesta anche se, come spiegato in questo articolo, l’ultima sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno posto paletti ingombranti alla responsabilità penale per manifestazioni di questo tipo. Ci vuole secondo la Cassazione un pericolo concreto e deve essere valutato il contesto: come dire non basta il saluto romano ma devono esserci altri elementi, per esempio di violenza o anche solo di propaganda. Sul punto nell’esposto sembrano esserci elementi per ulteriori approfondimenti investigativi.

“I fatti accaduti devono essere un monito per la politica e le istituzioni pubbliche – commenta l’autore dell’esposto, il capogruppo del M5S Stefano Giordano – Ricordiamo che la Costituzione italiana si fonda sull’antifascismo. L’ambiguità e la leggerezza con cui sono state affrontate certe espressioni, come se non avessero importanza, richiamano i periodi più bui della nostra storia e vanno monitorate, gestite e allontanate dalla sana politica per evitare che il futuro democratico nostro e dei nostri figli possa essere messo in discussione”. Giordano ha ricordato anche i fatti del 2019 in piazza Corvetto in occasione del comizio di Casapound con gli scontri che portarono tra l’altro al pestaggio del giornalista Stefano Origone e aggiunge:  “Chi ha autorizzato quell’insulto alla nostra Costituzione permettendo il corteo? La politica nazionale alzi la testa: condanni fermamente quanto occorso lo scorso 4 maggio ora si spenda anche per evitare che tutte le manifestazioni uguali a quella genovese non vengano più autorizzate”.

La Procura resta in attesa della relazione Digos di Genova che è al lavoro per identificare i circa 150 militanti di estrema destra. Alcuni di loro, genovesi, sono già noti alla Questura perché fondatori e militanti assidui delle due sedi di estrema destra in città, La Risoluta (Casapound) e La Superba (Lealtà Azione). Altri sono arrivati da Milano, La Spezia, Piacenza e Reggio Emilia. Al vaglio ci sono i filmati girati dalla polizia scientifica e quelli diffusi dai media. Ma per risalire ai nomi dei partecipanti saranno verificate anche tutte le auto arrivate da fuori Genova le cui targhe sono state annotate per risalire ai proprietari.

Sulla vicenda si è espresso ieri anche il consiglio regionale della Liguria che ha votato un ordine del giorno di condanna e impegna la Regione a costituirsi parte civile nell’eventuale processo penale che dovesse scaturire dalle indagini della Procura di Genova sui saluti romani, “a tutela dell’immagine, dei valori e della storia antifascista della Liguria e di Genova”.

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