Sociale

Dalla Regione Liguria 220mila euro per “Basilico”, progetto per la cura dei senza fissa dimora

Garantisce una 'convalescenza protetta' a persone in condizione di grave marginalità

ambulanze pronto soccorso san martino

Genova. In Liguria prosegue, grazie allo stanziamento di 220 mila euro di Regione Liguria, il progetto “Il Basilico”, realizzato all’interno del Padiglione 10 dell’Ospedale Policlinico San Martino (Padiglione 10).

Il progetto garantisce una ‘convalescenza protetta’ a persone senza fissa dimora o in condizione di grave marginalità, che, a seguito di episodi acuti, accessi al Pronto soccorso o ricoveri ospedalieri, necessitano di un periodo di stabilizzazione delle condizioni di salute.

Regione Liguria, nell’ambito delle azioni promosse per contrastare l’estrema povertà e la grave emarginazione sociale, continua quindi a sostenere l’intervento di accoglienza e convalescenza protetta quale “modello” di integrazione tra interventi socio sanitari e misure di sostegno alle persone in grave emarginazione e senza dimora che necessitano di un periodo di stabilizzazione delle condizioni di salute post ricovero ospedaliera, ma che non possono usufruire di un’abitazione e di assistenza e cure normalmente ed informalmente garantite dalle reti familiari e/o dagli amici.

Il servizio viene svolto all’interno dell’Ospedale San Martino che offre gratuitamente dei locali idonei all’ospitalità.

“Regione Liguria – spiega l’assessore regionale alle Politiche Sociali Massimo Nicolò – contribuisce alla realizzazione dell’intervento con fondi regionali pari a 220mila euro tramite un avviso pubblico rivolto ad enti e associazioni che operino in questo settore. Il servizio, inizialmente offerto per accogliere le persone senza fissa dimora nei soli mesi invernali date le rigide condizioni climatiche, si è ampliato nel tempo fino ad arrivare all’apertura durante tutto l’anno. È quindi diventato un importante punto di riferimento anche per i servizi territoriali perché risponde non solo a bisogni primari di assistenza, ma offre un contesto di accoglienza educativa, di presa in carico e di accompagnamento all’inclusione sociale, nonché riduce ricoveri ospedalieri impropri, basati su fattori a volte prevalentemente sociali e non strettamente sanitari, ma anche l’incidenza dei ricoveri ospedalieri dovuti al riacutizzarsi della patologia”.

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