Le indagini

Attentato alla Seajewel: anche il secondo ordigno ha squarciato lo scafo della petroliera

Lo hanno scoperto i periti incaricati dalla Procura di Genova durante il sopralluogo nel porto del Pireo dove la nave è in secca per le riparazioni

squarcio seajewell

Genova. Contrariamente a quanto era emerso dalle ispezioni subacquee effettuate dal Consubin nell’immediatezza dell’attentato, anche il secondo ordigno collocato sulla scafo della petroliera Seajewel ha squarciato lo scafo.

Ha scoprirlo i periti incaricati dalla Procura di Genova Federico Canfarini, capo ufficio del Nucleo Regionale Artificieri Liguria  e l’ingegnere navale Alfredo Lo Noce che a fine aprile si sono recati al Pireo per visionare lo scafo portato in secca in cantiere ed effettuare alcuni prelievi.

Il secondo buco leggermente più piccolo del primo – lungo un’ottantina di cm – è stato rilevato leggermente a sinistra rispetto al principale (circa 1 metro e 20cm per 70 cm). Anche in questo caso la camera d’aria ha evitato che venisse perforato il maxi-serbatoio con il greggio.

Greggio che, come emerso dalle indagini, è di origine algerina mentre proviene dalla Libia quello trasportato dalla Seacharm, la gemella arrivata in Liguria qualche giorno dopo. Dopo l’attentato il procuratore Nicola Piacente e la pm Monica Abbatecola avevano aperto un fascicolo per naufragio con l’aggravante del terrorismo. E anche il tracker non presenterebbe anomalie: non sarebbe quindi stato spento durante il viaggio dal porto petrolifero di Arzew in Algeria all’Italia.

La Procura ha delegato digos e guardia costiera a indagare a tutto tondo per scoprire non solo gli autori ma anche il movente dell’attentato. L’ipotesi è quella di un collegamento della Seajewel con la cosiddetta flotta fantasma russa.

Gli ordigni usati potrebbero essere mine Limpet o ‘a patella’. O almeno questa è l’ipotesi delle autorità greche che stanno indagando sull’attentato alla Seacharm, gemella della Seajewell. Le mine vengono attaccate alle navi con magneti e solitamente contengono Tnt. I tamponi sulla Seajewel potrebbero confermare quest’ipotesi che farebbe pensare a un’unica matrice per i due attentati.

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