Critiche

Skymetro, l’allarme del comitato SìTram: “Rischio ingorgo altissimo per la viabilità in Valbisagno”

Nel mirino i "colli di bottiglia" previsti dal nuovo progetto a Sant'Agata e Genova Est: "Quante auto saranno ostacolate? Eppure lo Skymetro nasce per non disturbare il traffico..."

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Genova. “Rischio ingorgo altissimo” in Valbisagno a causa delle soluzioni individuate per il passaggio dello Skymetro. A lanciare l’allarme è il Comitato SìTram, tra le voci più critiche nei confronti del progetto di metropolitana sopraelevata portato avanti dall’amministrazione comunale e al contempo tra i sostenitori più convinti del trasporto pubblico a detrimento del trasporto privato.

Come anticipato da Genova24, nell’ultima versione del progetto di fattibilità (P4) compaiono alcuni piloni nel sottopasso di Genova Est, conseguenza della prescrizione ministeriale che vieta di intervenire sulla piastra di copertura del Bisagno. In questo modo sarà inevitabile un restringimento della carreggiata in direzione mare sulla viabilità in sponda sinistra. Questa riduzione “fa nascere enormi dubbi sulla circolazione, anzi certezze di incolonnamenti, per chi deve raggiungere il centro”, evidenzia il comitato.

Generico aprile 2025

Un altro punto critico segnalato dagli oppositori dello Skymetro è “la sistemazione della viabilità a Sant’Agata, dove una sola corsia è utile per accedere a Ponte Castelfidardo e raggiungere San Fruttuoso, senza la possibilità di superare le fermate dei bus. È da evitare per evitare rischi di congestione ostacolare i flussi di veicoli in uscita dal centro urbano“.

Generico aprile 2025

“Le domande – prosegue la nota del Comitato SìTram – sono molte: che studi sono stati fatti? Quante auto saranno ostacolate? I vecchi progetti non riportavano riduzioni di carreggiate e anzi lo Skymetro nasce, come sostenuto dall’allora assessore Campora, per non disturbare il traffico. Domande retoriche, perché ovviamente conosciamo perfettamente le risposte: il rischio ingorgo sarà altissimo“.

Vengono poi ricordati i tempi per realizzare l’opera: sei anni di lavori e quindi disagi per la viabilità in Valbisagno con lo spostamento dei sottoservizi da luglio 2026, la costruzione vera e propria a partire da gennaio 2027 e la conclusione dei lavori per il prolungamento a Molassana (ad oggi non finanziato) a giugno 2032. Il nodo dei sottoservizi “convinse il sindaco Bucci ad abbracciare l’idea di questa chimera al posto del promesso tram. E in tre anni avremmo avuto l’intera tranvia realizzata. In tre anni saremmo potuti facilmente arrivare fino a Struppa e fino a Prato partendo da uno dei tanti progetti di tranvia proposti in questi anni, come ad esempio quello proposto dal comitato Opposizione Skymetro – Valbisagno Sostenibile“.

Il giudizio del comitato pro tram è negativo su tutti i fronti: “Sembra impossibile, ma il progetto è peggiorato, ulteriormente. Si dice che una scelta è win-win quando centra tutti gli obiettivi e concilia problemi apparentemente contrapposti. Ebbene, per lo skymetro dobbiamo parlare di lose-lose-lose-lose: avrebbe un costo enorme (da incrementare per spostare il Firpo), degrada il territorio (come fa ogni sopraelevata), riduce il valore delle case (fino al terso piano niente più sole ma invece rumore) e, ciliegina sulla torta, trasporta tante persone quanto un autobus: è prevista una corsa ogni 7 minuti per 210 passeggeri, per mezzo per un totale di 1.700 passeggeri l’ora (frequenza stabilita per il primo lotto Brignole-Ponte Carrega, ndr). Inoltre – proseguono – non avendo abbastanza soldi, si ferma a Piazzale Adriatico e quindi non solo non raggiunge Struppa e Prato ma neanche San Gottardo e Molassana, ossia nella parte della valle dove, forse, potrebbe avere una qualche piccola utilità”.

Nel mirino poi le stazioni “più corte per problemi di costi” e quindi la decisione “di non usare i treni in doppia composizione”, i pannelli fotovoltaici “scomparsi” da realizzare in seguito con fondi privati e quindi “addio alla tanto magnificata sostenibilità”. La demolizione dell’istituto Firpo “non è compresa nel budget, né tanto meno la sua ricostruzione, e non si ha certezza di dove verrà spostata, visto che le destinazioni sono cambiate già diverse volte”.

“La nuova stazione di Marassi – rileva il comitato – sarà poco utile per i tifosi perché probabilmente chiusa in occasione delle partite, e soggetta per questo a stop-and-go per gli utenti. Sconcerta che la presenza o meno di una stazione o la sua posizione dipenda dai fondi a disposizione o dallo spazio disponibile e non da scelte di progetto. In un primo tempo era collocata infatti più a valle, poi soppressa e poi ricomparsa, appunto, al posto del Firpo: segno che non sono esistiti, appunto, studi o piani per la collocazione”.

Generico aprile 2025

“Ma la cosa che più colpisce – concludono – è il previsto ponte di attraversamento del Torrente Bisagno a monte dell’istituto, un vero pugno nello stomaco dal punto di vista dell’inserimento urbanistico. Ha infatti dimensioni enormi, ancora più imponenti del precedente costituente la famosa S gigante a Brignole, come illustrato con le immagini” tratte dal progetto”.

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