Genova. Sono circa 250 le persone prese in carico e inserite nel percorso di tutela: è il bilancio della prima settimana di sperimentazione del nuovo servizio attivato in Liguria per ridurre le liste d’attesa della sanità regionale. “Di queste – spiega l’assessore alla Sanità Massimo Nicolò – più della metà sono state reindirizzate agli appuntamenti, l’altra metà sono arrivate tra ieri e oggi e nei prossimi giorni verranno chiamate per essere sistemate nelle agende che abbiamo fatto aprire per aumentare l’offerta”.
Dallo scorso 14 aprile i pazienti che si rivolgono ai normali canali di prenotazione (Cup, farmacie, app Prenoto Salute) possono farsi inserire nel percorso di tutela se non trovano la prestazione nei tempi indicati in prescrizione o almeno in una data vicina. Al momento l’opzione è disponibile solo per un numero limitato di prestazioni: visita cardiologica, visita gastroenterologica e visita neurologica per le priorità B (10 giorni) e D (30 giorni), con l’eccezione della Asl 5 dove la visita oculistica sostituisce quella gastroenterologica.
“Devo dire che il sistema sta rispondendo molto bene – commenta Nicolò -. Continueremo certamente per la settimana delle festività e i ponti del 25 aprile e del 1° maggio, poi possiamo anche pensare di estendere eventualmente delle visite specialistiche che sono coinvolte“. Quali? “Dobbiamo vedere, in base alle tre aree Ponente, Levante e Centro quali sono quelle più critiche. Adesso è ancora prematuro – risponde l’assessore regionale -. Dopo le festività faremo un bilancio, però devo dire che ad oggi la risposta è molto buona e stiamo già notando un miglioramento dei tempi di attesa“.
Peraltro non tutti scelgono il percorso di tutela, visto che adesso il sistema suggerisce prestazioni in un’area più vasta (ad esempio i cittadini genovesi possono prenotare nel Tigullio e viceversa) e in un intervallo di date che va oltre il termine della prescrizione. “C’è un certo numero di persone che hanno ricevuto un appuntamento, magari non esattamente all’interno della classe di priorità, ma che comunque il cittadino considerava accettabile, e quindi ha deciso di prendere quell’appuntamento e di rifiutare l’inserimento del percorso di tutela”, conferma Nicolò. Non risultano, invece, appuntamenti rifiutati all’interno del percorso di tutela.
Nelle prossime settimane scatteranno inoltre le prime sanzioni per chi non si è presentato a una visita o un esame senza disdire, un’abitudine che tuttavia risulta ormai marginale: “Come immaginavamo, avendo inserito la misura preventiva del recall, perché noi non vogliamo essere punitivi nel modo più assoluto ma vogliamo prevenire, si sono ridotte dal 15% a circa il 5% le persone che non si presentavano agli appuntamenti – ribadisce Nicolò -. Questa era la nostra speranza, perché è chiaro che, ricordando al paziente l’appuntamento, o se lo ricordava e ci andava oppure se lo ricordava e lo disdiceva. Per la restante parte le aziende avvieranno l’istruttoria per portare avanti il il processo sanzionatorio, però sta diventando ad oggi un problema molto molto di nicchia”.