Vigilia

Sampdoria, ora serve la rivalsa dei giocatori: con la rivoluzione interna stop agli alibi

Nella sfida contro il Cittadella è necessaria una reazione feroce da parte del gruppo squadra per salvare categoria e faccia. Domani corteo dei tifosi prima della partita

Generico aprile 2025

Genova. Sembra paradossale che in una situazione così delicata, con la squadra immischiata in zona retrocessione, ci sia spazio per emozionarsi ed essere felici. Ma in casa Sampdoria è bastata una mossa per poter portare un raggio di luce alla propria gente. Con Evani, Lombardo, Invernizzi e staff si rivedono cuori blucerchiati che hanno sposato una causa dall’alto tasso di difficoltà. E visto che al cuor non si comanda, il gesto di sostegno di Roberto Mancini ha contribuito a far ribattere quello una piazza che era sempre più in contestazione dopo le “recenti” pessime prestazioni. La più dura quella contro il Frosinone, l’ultima partita casalinga che ha visto i ciociari espugnare Marassi con un umiliante 3-0. Al termine della partita la conferenza stampa del “mea culpa” di Accardi e Semplici, esonerati dopo una settimana a seguito della sconfitta della Spezia.

Da umor nero a un contenuto umor grigio ma decisamente più positivo dall’arrivo degli ex beniamini. Ora però la palla passa al campo, a un Luigi Ferraris che domani contro il Cittadella si preannuncia stracolmo: la Gradinata Sud ha organizzato un corteo verso lo stadio alle ore 14 da corte Lambruschini. I tifosi amano la maglia e la storia della propria squadra, questo è chiaro. La loro spinta potrà aiutare di certo i blucerchiati.

Tuttavia il destino della Sampdoria passa soprattutto dai giocatori. La conferenza stampa di ieri di Evani e Andrea Mancini, se ci si fa caso, è stata caratterizzata dai toni estremamente pacati usati dai due. Sarà anche per loro forma mentis, ovviamente, però è uno stile di comunicazione che può aiutare in un momento come questo. “L’amicizia e il feeling nel nostro staff li trasferiremo alla squadra”, la frase di Chicco Evani che può racchiudere al meglio questo concetto. Quello spirito che fa sempre la differenza, come quello creato nella Nazionale sua e del Mancio.

Adesso è fondamentale, o meglio obbligatorio, un cambio di marcia da parte di un gruppo squadra che tecnicamente avrebbe anche il suo perchè ma mentalmente è fortemente instabile. Si potrà pensare a un cambio di modulo (si ipotizza o un 4-4-2 o un 4-3-3), al ritorno a disposizione di Borini (occorre capire come, Andrea Mancini non si è sbilanciato troppo, ieri), all’utilizzo più congeniale di Niang (o defilato o seconda punta) in caso tornasse già disponibile domani.

L’arrivo della storia blucerchiata nello staff ha avuto anche il merito di distogliere l’attenzione dai giocatori, prendendosi i riflettori e togliendo un po’ di pressione in questi giorni, ma a fare la differenza ora dovrà essere una feroce reazione, dettata da rivalsa e orgoglio, per evitare un clamoroso naufragio. Coprensibili le difficoltà mentali durante un’annata così sotto le aspettative, ma con l’arrivo del quarto allenatore stagionale, i rispettivi staff e il cambio del direttore sportivo gli alibi sono decisamente finiti.

Sei le partite dalla fine, diciotto i punti a disposizione per uscire dalla tempesta. Ora a bordo ci sono anche le vecchie glorie blucerchiate e l’ambiente vede qualcosa all’orizzonte. Ma per gridare “Terra” bisogna prima remare con forza ritrovando l’attaccamento e lo spirito battagliero necessario per salvare categoria e faccia.

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