Genova. Saranno riconoscibili da una pettorina azzurra con la scritta “Chiedi a me” in diverse lingue e avranno il compito di fornire assistenza ai pazienti in attesa al pronto soccorso e ai loro familiari, anche allo scopo di prevenire episodi di violenza verbale o fisica. Si tratta di operatori appositamente formati, un’ottantina in tutto, che si potranno trovare a partire da maggio in tutti i Dea della Liguria (anche quelli di primo livello).
“È una bellissima iniziativa che abbiamo in qualche modo istituzionalizzato – spiega l’assessore regionale alla Sanità Massimo Nicolò -. È un servizio di accoglienza che mettiamo a disposizione con persone di formate dagli psicologi del del territorio per accogliere i familiari, dargli una sorta di assistenza anche emotiva, empatica, capire quali sono i loro bisogni, soprattutto ai fini di rapportarsi con i loro cari. Funzioneranno cioè da tramite anche per cose che magari possono sembrare banali, ma per chi si trova in pronto soccorso non lo sono affatto: una parola di conforto, una carezza, dare una bottiglietta d’acqua, e nello stesso tempo fare l’azione inversa, cioè comunicare ai familiari le necessità del proprio caro. Azioni che sono finalizzati anche a prevenire tutte quelle situazioni che potrebbero sfociare in atti di aggressione verbale, per non dire fisica. Noi vogliamo prevenire in questo, vogliamo essere proattivi”.
Il servizio sarà disponibile tutti i giorni nella fascia oraria 9.00-21.00 e sarà modulato a seconda delle necessità e delle dimensioni del pronto soccorso: nei punti di primo intervento ci sarà un operatore, negli ospedali più affollati se ne troveranno normalmente due. A indossare le pettorine nel normale orario di lavoro saranno operatori sociosanitari e infermieri che in alcuni casi sono già destinati a funzioni simili, ma anche volontari che conoscono gli ambienti ospedalieri come quelli dell’Avo.
La formazione inizia oggi e continuerà nelle prossime settimane a cura degli specialisti di psicologia clinica, prevenzione e protezione delle aziende sanitarie. Gli operatori saranno formati sull’accoglienza in pronto soccorso, i bisogni dell’utenza e degli operatori sanitari, sulle tecniche di comunicazione più efficaci e su tecniche di de-escalation per gestire le situazioni di tensione.
Nella giornata di oggi si è svolta la prima videoconferenza per tutti gli operatori. Le prossime in programma sono, in presenza, il 7 maggio presso l’aula didattica della sede di Asl 3 a Genova Quarto per il personale afferente agli ospedali San Martino, Gaslini, Villa Scassi, Galliera, Evangelico; presso l’ospedale a Rapallo (sala auditorium) per il personale di Asl 4 e 5 e il 15 maggio, presso l’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, per il personale di Asl 1 e 2.
“Ci tengo a ringraziare i formatori che stanno avendo un ruolo molto importante – aggiunge Nicolò -. Non è semplice rapportarsi con una persona che arriva in uno stato di agitazione particolare: c’è chi la gestisce bene e c’è chi magari non è in grado di gestirla e non ci possiamo fare nulla. Questo servizio avrà una funzione preventiva”.
Da novembre, inoltre, è attiva l’app Ps Tracker (scaricabile qui) che consente a familiari e amici di monitorare il percorso di un paziente in pronto soccorso. È sufficiente inserire un codice univoco che l’ospedale fornisce al paziente e in questo modo si possono osservare in tempo reale tutti gli aggiornamenti sulle prestazioni fornite al paziente. Dopo quattro ore, nel rispetto della privacy, le informazioni non sono più consultabili. Nei primi mesi l’app è stata usata da quasi 5mila soggetti per monitorare 3.324 pazienti, con oltre 15mila consensi raccolti e più di 40mila consultazioni effettuate.
“Dopo il successo di Ps Tracker, Regione Liguria vara un altro servizio che va nella direzione di aiutare i cittadini in quei momenti di smarrimento che possono seguire all’arrivo in un pronto soccorso – commenta Enrico Castanini, direttore generale di Liguria Digitale e Commissario per l’innovazione e la transizione digitale della Regione Liguria -. Proprio con Ps Tracker, che si è dimostrato di grandissima utilità e ha ricevuto riscontri positivi sia da chi lo ha utilizzato, permettendo a chi stava a casa di avere aggiornamenti costanti sul proprio caro ricoverato, sia dagli operatori, potendo così concentrarsi maggiormente sul proprio lavoro, abbiamo visto che ogni iniziativa che punta a informare i cittadini ha ricadute immediate sull’operatività del PS e sulla tranquillità dei pazienti. In attesa del prossimo allargamento di Ps Tracker a tutta la Liguria ben venga ogni iniziativa che trasformi i Pronto Soccorso in un luogo meno distante”.