Zappa e rastrello

Comunali, dalle fasce di Genova il candidato contadino. Marco Loconte: “Voglio seminare il cambiamento”

"Terra, dignità e comunità", queste le parole d'ordine del nuovo aspirante sindaco: "Amo questa terra e non voglio più vederla sprecata, svenduta, asfaltata o avvelenata"

marco loconte

Genova. “Un contadino genovese che si è rotto le zappe, e che ora si candida per seminare il cambiamento“. Con queste parole Marco Loconte irrompe nel dibattito politico cittadino, annunciando la sua candidatura per le prossime elezioni comunali  del Comune di Genova.

Ex informatico, dal 2016 rinato contadino, Loconte è il nono candidato per la carica di sindaco, dopo che in questi nove anni dai campi ha imparato tanto: “Mi candido perché voglio portare in Comune il punto di vista di chi lavora con le mani nella terra con la testa nei bisogni veri delle persone – scrive nel comunicato stampa che annuncia la scelta – amo questa terra e non voglio più vederla sprecata, svenduta, asfaltata o avvelenata. Sono ormai anni che non mi riconosco più nei partiti italiani e sento il bisogno di rimettere al centro i valori fondamentali: la terra, la dignità, la comunità“.

La vita di Marco Loconte è sempre stata molto intensa. “Ho fatto molte cose: alcune con grandi successi, altre con fallimenti. Ma è normale, per chi prova a fare le cose senza compromessi. Ho conosciuto tante persone e vissuto esperienze in realtà molto diverse, che rappresentano le mille sfaccettature della nostra società. È da lì che nasce la mia visione politica: concreta, umana, radicata”.

marco loconte

Nel 2016 la svolta. Una scelta radicale per seguire progetto che aveva immaginato a vent’anni ma che fino ad allora non si era sentito pronto a vivere: “Nel 2016 ho fondato “Verdure Naturali” una realtà che non è né un’azienda agricola classica, né un agriturismo classico, ma una vera realtà contadina genovese – scrive – dove, insieme alla mia famiglia, produciamo cibo per noi stessi seguendo i ritmi della stagionalità e ciò che riusciamo a produrre in più lo condividiamo per dare ospitalità con chi ha scelto di credere nella nostra filosofia. Non faccio nulla di speciale, faccio quello che ogni contadino genovese nella storia ha sempre fatto: coltivare per la propria famiglia e vendere ciò che abbonda“.

Ma la politica non è un “campo incolto” per Loconte. Da mesi, infatti, il neocandidato sindaco sta lavorando ad una legge regionale per il riconoscimento del “Contadino Ligure”: “Una proposta concreta che mira a ottenere il riconoscimento regionale di questa figura fondamentale per il nostro territorio. Parallelamente, a livello nazionale, l’obiettivo è far riconoscere ufficialmente questa figura con le sue specificità storiche, culturali e ambientali”.

La candidatura di Marco Loconte nasce sì dalla riscoperta del mondo contadino, ma nelle intenzioni porta con sé una visione per ogni aspetto della città: “Voglio una Genova più giusta, sostenibile, autonoma, che rimetta il cibo, la terra, la salute e i diritti dei cittadini al centro della vita pubblica – sottolinea – Il mio programma è composto da 10 punti concreti e radicali, pensati per chi vive Genova ogni giorno: nei quartieri, nei vicoli, nei campi, nei mercati. Sono il frutto di anni di esperienza sul campo e di ascolto delle persone. Parlano di terra, giustizia, mobilità, salute, ambiente e dignità”

I dieci punti sono eterogenei e abbracciano a 360 gradi gli aspetti della vita vissuta dai cittadini: “Propongo un tavolo permanente sul cibo dei Genovesi composto da contadini veri che conoscono realmente le dinamiche necessarie per portare sul tavolo dei genovesi del cibo sano – scrive nella nota stampa – Propongo il divieto su tutto il territorio comunale di usare le plastiche monouso e contenitori usa e getta, con una riduzione della Tari del 50%. Serve poi l’accesso alla terra per i contadini genovesi e resistenza ai cambiamenti climatici con una tassa comunale di 10 euro al giorno per ogni 1000 metri quadrati di terreni abbandonati nel territorio del Comune di Genova, con proprietà da almeno 5 anni”.

E poi il tema dei cantieri e della vivibilità del tessuto urbano: “Divieto di circolazione sul territorio del Comune di Genova, autostrade comprese, dei mezzi pesanti in entrata e in uscita dal porto nelle ore di punta, autostrade gratuite su tutto il territorio del Comune di Genova e stop immediato di tutti i cantieri stradali sul territorio del Comune di Genova, comprese le Autostrade, perché causa principale di incidenti con il contestuale insediamento di un tavolo tecnico con i comitati territoriali che programmi i cantieri senza creare disagio ai cittadini e rischio per la salute pubblica”. E po ancora: “Basta multe e vigili urbani che siano più sulle strade e non seduti dietro una scrivania a contare i soldi dei genovesi – aggiunge – con parcheggi in aree strategiche a costo massimo di 5 euro al giorno e più mezzi pubblici, più efficienti, in un’ottica di diminuzione del traffico cittadino e quindi meno inquinamento”.

E poi il sogno di una Genova autosufficiente: “L’idea è quella di avviare un tavolo permanente con comitati e cittadini per capire come arrivare all’autosufficienza dei territori urbani e rurali della città di Genova in ambito energetico e alimentare”. Insomma tante idee per una candidatura che sicuramente saprà far discutere e riflettere: “Sono un contadino che si è rotto le zappe, sì, ma non si è arreso. Ora voglio coltivare un’altra cosa: il futuro di Genova. Nelle prossime settimane daremo vita ad una serie di iniziative importanti e molto forti, preparatevi”.

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