Genova. “Ancora una volta la destra mostra il suo vero volto e il suo obbiettivo: quello di tornare indietro e mettere solo sulle spalle della donne il lavoro di cura familiare, buttando nella spazzatura decenni di lotte e conquiste. Il dato acquisito nel 2025 è che la genitorialità è e fatto da un progetto di vita condivisa da una coppia. Per sostenere davvero le donne e renderle veramente autonome, l’amministrazione deve tornare a occuparsi di misure per favorire l’inserimento al lavoro e sostenere nuovamente i consultori che a Genova si stanno svuotando delle loro funzioni essenziali a causa di continui tagli e soprattutto di non curanza”. Lo dicono in una nota le Democratiche genovesi commentando un punto del programma del candidato sindaco di centrodestra Pietro Piciocchi che ieri è stato al centro di un piccolo giallo.
“Pensare a un voucher per le donne che decidono di stare a casa è una misura totalmente contraria alla loro autonomia – dicono le donne dem – Non è una misura per le donne è una misura che riporta a una visione patriarcale della società. È solo un altro modo per renderle dipendenti o dalla famiglia di riferimento o dai governi di turno che sostengono la misura”.
“L’unico vero modo per aiutare le donne è creare un sistema di welfare che permetta loro di non essere costrette a scegliere tra lavoro e famiglia. Che permetta loro di essere autonome per non rimanere vittime di rapporti violenti: l’autonomia economica è il presupposto fondamentale per dare alla donne la possibilità di scegliere, anche di fronte a una rapporto violento. In Italia 4 donne su 10 non hanno un proprio conto corrente e non sarà certo un voucher, una misura una tantum, a garantire questa autonomia, anzi”.
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